La civiltà nel labirinto

Il secondo Novecento e gli anni Duemila che l individuo ha dello spazio e del tempo. Le nuove tecnologie hanno determinato una straordinaria crescita del sistema informativo: messaggi, immagini, dati e notizie circolano con un flusso inarrestabile; la telefonia cellulare e Internet connettono in tempo reale gli individui, che dispongono di un accesso alla conoscenza un tempo inimmaginabile. Una nuova crisi delle certezze Internet offre all utente una quantità sterminata di informazioni senza però alcun filtro o selezione. In questo modo diventa difficile operare sintesi, esercitare un controllo sulle fonti, spesso anonime e imprecise, e distinguere tra verità e menzogna, tra oggettività e soggettività. La parola e l immagine diventano un patrimonio a disposizione di tutti, destinato al consumo di massa. Eppure, già alla fine degli anni Settanta matura la sensazione di vivere un paradosso: proprio mentre l umanità allarga in modo incommensurabile le sue conoscenze e dispone di nuovi strumenti per verificarne valore e diffusione, sembrano prevalere l incertezza, il dubbio, la crisi dell idea di una conoscenza oggettiva e scientifica del reale. Il pensiero razionale si interroga sull adeguatezza dei metodi di indagine della realtà e sulla difficile sfida della complessità. La realtà appare parcellizzata, imperfetta, frammentata a sua volta in tante realtà: la conoscenza totale non esiste, perché tutto ciò che è oggetto di attività mentale è incompleto e incerto. La civilt nel labirinto La condizione postmoderna Questo clima culturale si sviluppa nel momento in cui la società diventa sempre più complessa, plurale, poliprospettica. Venuti meno i riferimenti tradizionali, dinanzi a una realtà incoerente e indecifrabile, non più dominabile né classificabile in modo ordinato dall intelletto, il concetto stesso di identità è messo in discussione. La mescolanza di etnie, popoli, culture e religioni, il labile confine tra le comunicazioni reali e virtuali, la globalizzazione dei mercati, la robotizzazione del lavoro, sono tutti elementi che generano conseguenze problematiche e che contribuiscono a determinare la sensazione che la società umana non si trovi più, come nella civiltà moderna, sulla strada di un continuo progresso. Si vive invece in un labirinto senza uscita, in un tempo successivo a quello in cui tutto è stato detto, fatto, visto e vissuto. L umanità si trova insomma nella postmodernità, una condizione antropologica e culturale conseguente al tramonto della modernità nelle società del capitalismo maturo, in una fase caratterizzata dalle dimensioni planetarie dell economia e dei mercati finanziari, dall aggressività dei messaggi pubblicitari, dall invadenza della televisione, dal flusso ininterrotto delle informazioni sulle reti telematiche. Tale condizione si caratterizza soprattutto per una disincantata rilettura della Storia, interpretata senza più prospettive e approdi a cui tendere, e per l abbandono delle grandi visioni del mondo e dei grandi progetti di trasformazione propri dell età moderna. La crisi delle «grandi narrazioni Il concetto di Postmoderno entra nel dibattito filosofico e culturale nel 1979, anno in cui il filosofo francese Jean-Fran ois Lyotard (1924-1998) pubblica il saggio La condizione postmoderna. L età contemporanea è descritta da Lyotard come quella in cui avviene la delegittimazione delle «grandi narrazioni , ovvero delle prospettive filosofiche e ideologiche che, a partire dall Illuminismo, hanno ispirato le credenze e i valori della cultura occidentale: l idea del progresso come continuo miglioramento delle condizioni di vita, il processo di emancipazione degli individui dallo sfruttamento, l aspirazione a un sapere oggettivo e assoluto. L età postmoderna rinuncia al concetto di verità e si caratterizza piuttosto per una pluralità di discorsi pragmatici, che hanno soltanto una validità strumentale. 924

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi