Consumismo e conformismo

Il secondo Novecento e gli anni Duemila Consumismo e conformismo Un cambiamento antropologico Il boom economico produce anche una profonda mutazione dell identità individuale e collettiva. Lo stimolo al consumo di prodotti superflui veicolato dalla pubblicità determina un vero e proprio cambiamento antropologico, imponendo al singolo l adesione incondizionata a modelli stereotipati, promossi dai mezzi di comunicazione di massa: ciascuno diventa un consumatore uguale all altro. La denuncia di Pasolini Secondo uno dei più acuti osservatori della società italiana del secondo dopoguerra, Pier Paolo Pasolini, tra la fine degli anni Cinquanta e il principio degli anni Sessanta un ideologia edonistica si è impossessata degli italiani, in particolare attraverso gli effetti del «sistema d informazione . Per mezzo della lenta ma persuasiva opera della televisione, un potere indistinto (che Pasolini chiama «Centro ) «ha assimilato a sé l intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali , realizzando «un opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza . Secondo Pasolini, il dilagante conformismo ha snaturato i ceti più popolari, rendendoli identici ai borghesi che un tempo disprezzavano; ma ha cambiato anche gli stessi borghesi, svuotati di ogni capacità critica, sacrificata a contatto dei valori che essi stessi hanno introdotto. Ribellione e controcultura giovanile Il lato positivo della modernizzazione La riflessione di Pasolini sul carattere repressivo e alienante della civiltà di massa e del suo mezzo di comunicazione più rappresentativo, la televisione, coglie indubbiamente una serie di aspetti critici. La modernizzazione, tuttavia, non può essere valutata soltanto nei suoi effetti degradanti: la velocità e l ampiezza delle comunicazioni consentono infatti anche apertura mentale, aggiornamento, conoscenza di ciò che avviene altrove, scambio di idee in ambito artistico e culturale. La contestazione anche in virtù di queste trasformazioni che, sul finire degli anni Sessanta, si diffonde il bisogno di un analisi critica della società e di una partecipazione attiva alla politica. Le proteste giovanili che dilagano in tutto il mondo nascono proprio dall esigenza di mettere in discussione le gerarchie consolidate, le autorità tradizionali, le mentalità retrograde, per operare una revisione serrata del modello capitalistico-borghese. Nutrendosi anche dell opposizione all intervento americano in Vietnam, del rifiuto dell autoritarismo, del bellicismo e dell imperialismo (sia americano sia sovietico), il Sessantotto si trasforma presto in un movimento generale che rivendica una radicale trasformazione della società. Le molteplici eredità del Sessantotto Il Sessantotto è stato considerato da alcuni un esperienza fondamentale per svecchiare le istituzioni, ridiscutere i rapporti tra le classi sociali, superare la rigida disciplina della famiglia e della scuola ed estendere il riconoscimento di importanti diritti sociali e civili; secondo altri è stato invece l espressione di un invasiva politicizzazione della vita pubblica, responsabile del terribile strascico degli anni di piombo. Indipendentemente dai giudizi di merito, è indubbio che la contestazione giovanile e studentesca abbia esercitato un importante influenza sui comportamenti e sulla mentalità degli individui. Se un lascito nefasto del Sessantotto è stato l estremismo di alcuni gruppi, la sua eredità comprende però anche valori oggi dati per acquisiti, quali la pace, il rifiuto del razzismo e della discriminazione delle minoranze, la pari dignità di uomini e donne. 918

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi