I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il primo Novecento (al v. 30 c è un esplicito riferimento a Nietzsche, anche se con intento antifrastico*), ma decisamente ridimensionato a un livello più basso e prosaico. Egli, infatti, ha verificato l impossibilità di declinare concretamente, nell esistenza reale, le suggestioni e i miti della Vita e dell Amore (scritti, come avrebbe fatto d Annunzio, con le iniziali maiuscole ai vv. 37 e 38, come a sublimarli attraverso un enfatica personificazione*), senza riuscire a fare della propria vita quell opera d arte che aveva sognato. Proprio per questo ha scelto ora una sorta di esilio volontario dalla società. Il ritratto di un inetto Da qui prende le mosse la demistificazione che Gozzano fa del dannunzianesimo: l abitazione di Totò è una villa di campagna un tempo elegante, ora in rovina e assediata dai creditori (spoglio da gli antiquari, v. 8); la sua parentela è costituita da una madre inferma, / una prozia canuta ed uno zio demente (vv. 15-16), forse allegorie, rispettivamente, della malattia, della vecchiaia e della follia; la sua compagnia consiste in una ghiandaia r ca, / un micio, una bertuccia (vv. 35-36). Totò ha sognato donne fatali e amanti sublimi (attrici e principesse, v. 39), ma ha dovuto accontentarsi di una giovane domestica (la cuoca diciottenne, v. 40); come unica consolazione in tanta aridità gli rimangono la filosofia e la poesia (l indagine e la rima, v. 54). In altre parole, è un inetto (v. 31), ripiegato su sé stesso, incapace di un adesione concreta alla vita, un uomo senza qualità che si può definire soltanto in negativo (non ricco, v. 21; non [ ] cattivo, v. 25). Una possibile via d uscita Nei versi finali del componimento, però, sembra che Totò riesca a intravedere una via d uscita dalla sua condizione. Se l analisi e il sofisma (v. 47), cioè gli eccessi di intellettualismo, l hanno reso arido, ora che ne è consapevole, e ha abbandonato definitivamente i miti illusori che l hanno condotto a questo punto, appare finalmente capace di una maggiore attenzione ai valori autentici dell esistenza, forse addirittura disposto a una crescita interiore: medita, s accresce, esplora, intende / la vita dello Spirito che non intese prima (vv. 55-56). Ironia e autoironia Le scelte stilistiche Tutto il ritratto di Totò è dunque articolato su toni ironici, tesi a dissacrare atteggiamenti e pose delle mitologie dannunziane (estetismo e superomismo). Ma la lirica è percorsa anche da una sottile vena autoironica, perché l autore accenna in più di un occasione a sé stesso e alla propria produzione. La villa di Totò sembra tolta da certi versi miei, / sembra la villa-tipo, del Libro di Lettura (vv. 3-4): come altrove, anche in questo componimento Gozzano ama cogliere la realtà filtrandola attraverso la letteratura (compresa la sua) per poterla così rendere oggetto d ironia. Nel riferimento all avvocatura rifiutata da Totò (giunta l ora di «vender parolette , v. 21), invece, si coglie un allusione del poeta alla propria biografia (gli studi di giurisprudenza mai portati a termine). Verso le competenze COMPRENDERE 1 Assegna un breve titolo a ciascuna delle cinque sezioni del componimento. co presenta, accanto a vocaboli di uso quotidiano, termini aulici o letterari. Trova almeno tre esempi di ciascun tipo di termini. 2 Qual è l età di Totò? E la sua estrazione sociale? 3 Dove vive il protagonista? In compagnia di chi? Come trascorre le sue giornate? INTERPRETARE 5 Che cosa ti sembra suggerire l espressione silenzio di chiostro e di caserma (v. 14)? ANALIZZARE 4 Lo stile della lirica è piano e discorsivo, ma il lessi- 6 Che cosa esprime, a tuo parere, il sorriso di Totò al v. 59? 690

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi