I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Giosuè Carducci Il mito libertario Il giovane Carducci muove da convinzioni radicali e polemiche: disgustato dalla politica della Destra storica, che giudica debole nei confronti della Chiesa e incapace di rivendi care il possesso di Roma, il poeta, già all indomani della proclamazione dell Unità, si di stingue per gli attacchi al ceto dirigente italiano e per un anticlericalismo, in cui si me scolano motivazioni religiose e politiche, legate all irrisolta questione romana . Di questa ansia ribelle è testimonianza l Inno a Satana, composto nel 1863: in questo componimento Carducci identifica provocatoriamente Satana con il progres so che abbatte l oscurantismo clericale e annuncia, per mezzo del simbolo positi vista della locomotiva «bello e orribile / mostro di ferro e di fuoco , l imminente avvenire consacrato alla libertà di pensiero. Si tratta di un testo dallo scarso valore poetico, tuttavia l esaltazione del progresso e la ribellione a ogni dogmatismo o di spotismo che limiti la libertà individuale hanno un valore documentario innegabile, in una fase storica dominata da un crescente spirito reazionario, come dimostra nel 1864 la pubblicazione del Sillabo di Pio IX, il documento in cui viene condannata la civiltà moderna. La militanza sconfitta Quelle del giovane Carducci non sono posizioni isolate; al contrario, in anni di gran de fervore politico, al clericalismo benpensante si oppongono molti intellettuali laici e democratici che spesso celebrano, come il battagliero poeta maremmano, i miti li bertari della Rivoluzione, in contrasto con la realtà politica del paese, giudicata cor rotta e mediocre. Nell opera di Carducci tali contrasti sono visibili soprattutto nelle raccolte Levia gravia e Giambi ed epodi, in cui il poeta esprime l amarezza per il tradimento di quei valori, tipici della Rivoluzione francese, a cui vorrebbe si ispirasse la politica del nuo vo Regno. La svolta conservatrice del poeta vate Negli anni della maturità, le posizioni del poeta cambiano sensibilmente. Egli continua a concepire la letteratura come uno strumento politico ed etico, capace di comunicare no bili ideali alla collettività nazionale. In quanto poeta, ritenendosi superiore al volgo per gusto e cultura, ribadisce il proprio dovere di guida morale e civile e di custode di valori assoluti. Tuttavia, in virtù di questo ruolo, Carducci si convince che la polemica spregiudica ta e lo spirito di opposizione non siano più utili a un paese ancora debole e diviso qual è l Italia di fine Ottocento. Diventa necessario accantonare astiosità e invettive e porsi al di sopra delle parti e delle diverse fazioni per il bene dell Italia; dopo la breccia di Porta Pia (1870), annessa Roma al Regno d Italia, egli stempera le polemiche anti clericali e antimonarchiche e diventa il cantore ufficiale della nazione, il vate dell Ita lia contemporanea, nella speranza che questa possa rinnovare le glorie dell età romana e del Medioevo comunale. La scelta nazionalista Il suo patriottismo prende via via le tinte del nazionalismo, tanto che il sostegno alla politica autoritaria e coloniale di Crispi diviene quasi naturale. Anche il suo leggen dario anticristianesimo, pur se mai sconfessato da una conversione pubblica, si annac qua di fronte alle necessità politiche. Pur rimanendo laico fino al termine dei suoi giorni, per questa svolta Carducci viene accusato di aver tradito gli ideali della repubblica e di aver rinnegato la batta glia per la giustizia sociale. Alcuni letterati, che avevano visto in lui la bandiera della democrazia, non abbandoneranno invece la poesia di impegno civile, ancora anima ti dall antico spirito rivoluzionario. 59

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi