I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

L epoca e le idee civile della letteratura, e si riuniscono in riviste per rivendicare il carattere rivoluzionario e antiborghese del fascismo delle origini e osteggiarne la progressiva involuzione conservatrice, protetti da possibili ritorsioni da Giuseppe Bottai, un gerarca particolarmente sensibile alla cultura. La scelta del silenzio Non tutti i letterati, tuttavia, accettano il compromesso dettato dall opportunismo o da una reale convinzione ideologica con la dittatura. Alcuni scrittori scelgono la linea, per così dire, dell assenza o del disimpegno. Teorizzando una separazione dell arte dalle contaminazioni della politica e della società, preferiscono non partecipare , evitando di lasciarsi sedurre dal fascismo. Anche in questo caso, sono le riviste a raccogliere gli artisti che, in nome della dignità e dell indipendenza della cultura, ripiegano su una produzione letteraria consacrata esclusivamente al culto della bella pagina. L estraneità a ogni visione artistica impegnata e d avanguardia si traduce anche in precise scelte di poetica: Vincenzo Cardarelli, Emilio Cecchi e Riccardo Bacchelli promuovono dalle colonne della romana La Ronda (attiva dal 1919 al 1923) un ritorno ai classici e alla tradizione. Qualche anno dopo, a partire dal 1926 e fino al 1936, spetta al periodico fiorentino Solaria interpretare un desiderio di moralità e civiltà lontano dalle passioni della cultura militante. Ciò, beninteso, non presuppone un latente antifascismo, ma piuttosto una concezione elitaria e autosufficiente della letteratura, più attenta alla cura formale che ai contenuti sociali e politici. Uno dei meriti principali di Solaria è comunque quello di riservare, in un Italia caratterizzata da un crescente provincialismo, grande spazio ai narratori stranieri, da Marcel Proust a Thomas Mann. Le voci dell antifascismo Un rilievo a parte meritano, infine, gli intellettuali che hanno la forza di opporsi pubblicamente al regime, pagando spesso sulla propria pelle le conseguenze di una tale scelta. Si tratta di poche eccezioni: basti pensare che su più di milleduecento accademici sono soltanto una quindicina quelli che decidono di rifiutare il giuramento di fedeltà al regime imposto nel 1931 da Mussolini. Da Piero Gobetti a Giustizia e Libertà Se si esclude Benedetto Croce, troppo noto alla cultura europea per essere oggetto di intimidazioni, gli antifascisti italiani devono affrontare in prima persona il peso della violenza e dell oppressione. Vengono soppresse dalla censura, per esempio, le due riviste fondate dal torinese Piero Gobetti (1901-1926), uno dei massimi esponenti dell antifascismo di matrice liberale: Rivoluzione liberale (1922-1924) e Il Baretti (1924-1928), che chiude i battenti due anni dopo la morte di Gobetti, avvenuta a Parigi per le conseguenze delle bastonate fasciste. Al suo insegnamento sarà fedele un piccolo ma coraggioso gruppo di intellettuali di ispirazione culturale e politica eterogenea (socialisti, liberali, mazziniani, ma tutti contrari al comunismo): Carlo e Nello Rosselli, Emilio Lussu e altri, raccolti intorno al movimento di Giustizia e Libertà, professeranno strenuamente la necessità morale, prima ancora che politica, del ritorno dell Italia alla democrazia. Antonio Gramsci Mentre Gobetti aspira a una rivoluzione liberale da attuarsi grazie all alleanza tra classe operaia e borghesia progressista, di matrice marxista è il pensiero del sardo Antonio Gramsci (1891-1937), fondatore anch egli di una rivista, L Ordine Nuovo (19191925), costretta alla chiusura dal regime. I suoi Quaderni del carcere, scritti nei lunghi anni trascorsi nelle prigioni fasciste e pubblicati postumi tra il 1948 e il 1951, contengono un indagine di ampio respiro critico su molti aspetti della società, della Storia e della cultura moderne. Nell ambito di una lettura del Risorgimento come rivoluzione popolare mancata, Gramsci denuncia la debolezza dello Stato nazionale italiano e lo 435

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi