I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il secondo Ottocento Un manifesto del Decadentismo Il piacere Pubblicato nel 1889 (lo stesso anno di Mastro-don Gesualdo di Verga), il primo romanzo dannunziano può essere considerato uno dei manifesti del Decadentismo europeo, in cui confluisce soprattutto la lezione narrativa, tematica e ideologica dell Estetismo, diffuso in Francia dal romanzo rebours (Controcorrente, 1884) di Joris-Karl Huysmans ( p. 251). Diviso in 4 libri, Il piacere presenta una trama piuttosto semplice e povera di fatti, ma costruita sapientemente in modo non lineare, con una tecnica fatta di ellissi e flash back. Il protagonista, Andrea Sperelli, alter ego dell autore, ama due donne, la bellissima Elena Muti, che lo ha abbandonato per sposare un ricco lord inglese, e Maria Ferres, moglie di un ambasciatore, creatura dolce e spirituale, che finisce per cedere al suo corteggiamento. Diviso tra il piacere dei sensi e una vaga aspirazione alla purezza, Andrea non dimentica però l antico amore e, durante il primo (e ultimo) amplesso con Maria, invoca il nome di Elena. Maria, disgustata dall «orribile sacrilegio , fugge via, lasciando l uomo al proprio destino di solitudine. Un esteta imperfetto Nelle intenzioni di d Annunzio, il romanzo doveva illustrare, secondo un istanza ancora legata al Naturalismo, «la miseria del piacere , cioè il caso psicologico e umano di un uomo immorale e corrotto, un dandy ossessionato dalla ricerca della bellezza, ma incapace di tradurre in realtà il suo progetto. Lo scrittore si immerge in questa amoralità, che contrappone al perbenismo e alla mediocrità della società borghese: in tal modo egli simpatizza per la brama di lusso e di lussuria di Sperelli. Nel protagonista, d Annunzio delinea la figura di un tipico esteta decadente, dotato di gusti raffinati, cultore del superfluo, desideroso di vivere ogni esperienza dei sensi, amante dell arte e dei suoi canoni estetici, filtri attraverso i quali intende nobilitare la propria esistenza. Sperelli finisce dunque per essere l incarnazione dell artista, che contrasta la massificazione tipica della civiltà industriale rendendo morbosa ed esclusiva ogni sua passione: la musica, la pittura, lo sport, la seduzione femminile, soprattutto la poesia. Al tempo stesso, tuttavia, Andrea non riesce a vincere il proprio ozio e la sottile inettitudine che lo avvincono frenando ogni sua intenzione. La sua esistenza di esteta fallito (nell amore come in ogni altra aspirazione) ne mette a nudo il vuoto, il senso di nullità e l incostanza che pervadono il suo carattere e la sua stessa vita. Roma: regno del lusso e dell artificio A fare da sfondo alla vicenda è una Roma frivola e monumentale, cornice ideale di una mondanità aristocratica vuota e pretenziosa, come lo è anche la psiche del protagonista. Non si tratta della Roma classica né di quella rinascimentale, ma della Roma barocca dei palazzi nobiliari e dei salotti altolocati, che lo scrittore, nelle vesti del giornalista di costume, conosceva profondamente, nei gusti e nelle manie. L elegante capitale non si limita a essere un fondale con una funzione decorativa, ma è il luogo privilegiato delle manie di Sperelli, che coglie dagli ambienti, dalla luce, dai marmi, dalle ville e dalle bellezze della città lo spunto per vivificare le proprie pulsioni estetizzanti e riveste ogni oggetto, ogni piazza, ogni palazzo di un valore letterario o artistico. Lo stile come la vita Questa estatica contemplazione si riflette nello stile del romanzo, che presenta più descrizioni che fatti, mediante una prosa sublime e virtuosistica, carica di vibrazioni liriche, di riferimenti eruditi e di modulazioni preziose che sostituiscono la realtà oggettiva con una trama fatta di immagini e sensazioni. 360

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi