T4 - «Io sono una persona malata… sono una persona cattiva»

Il Decadentismo Questa intensa umanità, la tormentata ricerca di Dio, l ambivalenza drammatica che agita la psiche umana costituiscono i grandi temi delle pagine di Dostoevskij. Con i suoi romanzi la narrativa europea si incammina verso il superamento del realismo, gettando le basi del moderno romanzo d introspezione. Allo scrittore non interessa più indagare i rapporti interpersonali e sociali, bensì interpretare l individuo nelle sue relazioni con sé stesso e con il proprio sottosuolo , vale a dire con le profondità dell inconscio. Il superamento del Realismo ottocentesco «Io sono una persona malata sono una persona cattiva T4 ad alta voce F dor Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo, I, 1 Il lungo monologo su cui è strutturata l opera è diviso in due parti, molto diverse nella forma. Nella prima l io narrante esprime, quasi farneticando, tutto il proprio disagio esistenziale, l inettitudine, l incapacità di agire per il bene ma anche di conoscere veramente sé stesso. Nella seconda parte, invece, racconta alcuni episodi della sua vita, presentati per confermare la propria autodiagnosi. Riportiamo le pagine iniziali dell opera. Nei labirinti della psiche 5 10 15 20 25 Io sono una persona malata sono una persona cattiva. Io sono uno che non ha niente di attraente. Credo d avere una malattia al fegato. Anche se d altra parte non ci capisco un acca della mia malattia, e non so che cosa precisamente ci sia di malato in me. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se la medicina e i dottori io li rispetto. Per di più sono anche superstizioso al massimo grado; o perlomeno quanto basta per rispettare la medicina. (Sono abbastanza istruito da non essere superstizioso, ma sono superstizioso). Nossignori, non mi voglio curare, e non lo voglio appunto per cattiveria. Ecco, forse questa cosa voialtri non vi degnerete di capirla. Be io invece la capisco. Ovviamente non so spiegarvi a chi di preciso io intenda far dispetto in questo caso specifico, con la mia cattiveria; so benissimo che nemmeno ai dottori medesimi potrò in alcun modo farla sporca , col mio non andar da loro a curarmi; e so meglio di chicchessia che così sto danneggiando unicamente me stesso e nessun altro. Cionondimeno, se non mi curo è giustappunto per cattiveria. Il mio fegatuccio soffre? Bene, che soffra pure, e ancora di più! già tanto tempo che vivo così vent anni, circa. Adesso ne ho quaranta. Prima ero impiegato, adesso invece non lo sono più. Ero un cattivo impiegato. Ero villano e ne provavo piacere. Dato che le bustarelle1 non le accettavo, dovevo pure gratificarmi in qualche modo, non fosse che così. (Pessima arguzia; ma non la cancellerò. L avevo scritta pensando che ne sarebbe venuta fuori qualcosa di molto arguto; ma adesso che ho visto io stesso che in realtà volevo soltanto fare spudoratamente lo sbruffone, apposta non la cancello!) Quando alla mia scrivania s avvicinava un qualche postulante2 a chiedermi un informazione, io in risposta digrignavo i denti, e provavo un godimento insaziabile quando così facendo mi riusciva di amareggiarlo. Mi riusciva quasi sempre. Per lo più erano tutti gente timida: ovvio, essendo postulanti. Ma tra quelli spavaldi ce n era uno in particolare, un ufficiale, che proprio non potevo sopportare. Quello lì non voleva sottomettersi in nessun modo, e faceva sempre tintinnare la sua sciabola per terra in un modo ripugnante. Per un anno e mezzo ci fu guerra tra me e lui per via di quella sua sciabola. E fui 1 bustarelle: elargizioni illecite di denaro per ottenere favori. 2 qualche postulante: qualcuno che ave- va bisogno di qualcosa. 247

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi