Il primo Novecento – L'autore: Giuseppe Ungaretti

  LABORATORIO verso l'esame

Il porto sepolto

Il porto sepolto

Questo componimento – che dà il titolo alla raccolta del 1916 e alla sezione omonima dell’Allegria – costituisce una vera e propria dichiarazione di poetica.

        Mariano* il 29 giugno 1916

        Vi arriva il poeta
        e poi torna alla luce con i suoi canti
        e li disperde

        Di questa poesia
5     mi resta
        quel nulla
        d’inesauribile segreto

COMPRENSIONE E ANALISI

1 Riassumi il contenuto della poesia.


2 Spiega il significato del titolo.


3 Qual è il soggetto dell’espressione mi resta (v. 5)?


4 Nella seconda strofa compaiono accostamenti fra termini apparentemente antitetici: individuali.


5 Quali azioni svolge il poeta nella prima strofa?


6 Quali sono i significati simbolici di tali azioni?


7 Qual è il ruolo che Ungaretti attribuisce in questi versi alla figura del poeta?

INTERPRETAZIONE 

La poesia è per Ungaretti ciò che resta di quel nulla / d’inesauribile segreto (vv. 5-7). Quale relazione possiamo stabilire fra questa idea e la sua ricerca della brevità ed essenzialità? Rispondi facendo riferimento a quanto hai studiato sulla sua poetica e ad altri suoi componimenti da te letti.

 >> pag. 773 

Natale 

L’allegria

Il poeta gusta l’atmosfera calda e protettiva di uno spazio domestico in occasione della licenza dal fronte avuta nel dicembre del 1916.

        Non ho voglia 

        di tuffarmi 

        in un gomitolo 

        di strade 


5     Ho tanta 

        stanchezza 

        sulle spalle 


        Lasciatemi così 

        come una 

10   cosa 

        posata 

        in un 

        angolo 

        e dimenticata 


15   Qui 

        non si sente 

        altro 

        che il caldo buono 


        Sto 

20   con le quattro 

        capriole 

        di fumo 

        del focolare

COMPRENSIONE E ANALISI

1 Fai la parafrasi discorsiva della poesia, trasformandola in un testo in prosa.


2 Come viene rappresentata la realtà cittadina che accoglie l’io lirico? Quale significato veicola l’immagine del gomitolo (v. 3)?


3 Che cosa si intende per caldo buono (v. 18)? A che cosa questa sensazione si contrappone implicitamente?


4 A chi ritieni che sia rivolto l’imperativo Lasciatemi (v. 8)? A quale invito sembra rispondere la poesia?


5 Qual è l’unica azione svolta dall’io lirico? Quale verbo la esprime?


6 Individua tutti gli elementi – tipici di Ungaretti – che a livello metrico, fonico e retorico connotano il componimento.

 >> pag. 774 

INTERPRETAZIONE 

Il poeta di essere lasciato come una cosa […] dimenticata (vv. 9-14). L’impressione è che voglia finalmente liberarsi dalla tragica e disumana esperienza vissuta nella guerra di trincea. Confronta questa lirica con altri testi di Ungaretti composti al fronte, soffermandoti sulla sua rappresentazione di quel tragico evento. Quindi, concèntrati sulla ricerca di serenità che emerge in questo testo sviluppando almeno uno dei seguenti spunti: 

  • esprimi a parole tue la condizione psicologica del poeta; 
  • sulla base delle tue letture, rifletti sul motivo della solitudine in letteratura, citando altre occasioni nelle quali hai riscontrato da parte di chi scrive un bisogno di tregua e di silenzio; 
  • in particolari circostanze, anche tu hai provato o provi l’esigenza di un personale raccoglimento interiore, lontano dalle inquietudini e dagli affanni dell’esistenza?

La bellezza e l’astuzia dell’Allegria

Nel testo critico seguente, lo studioso Nicola Gardini (n. 1965) si sofferma sulle caratteristiche della raccolta Allegria di naufragi di Ungaretti, mettendone in luce pregi e difetti.

Uscita nel 1919 con il titolo Allegria di naufragi, quindi nel 1931 e in un’edizione 

definitiva nel 1942, L’allegria comprende versi composti tra il 1914 e il 1919, cioè 

tutto il periodo della Prima guerra mondiale e in più l’anno che precedette il conflitto 

e quello immediatamente successivo. 

5 Come gli Ossi di Montale, anche questo primo libro di Ungaretti rappresenta 

un archetipo del lirismo novecentesco. La sua maniera è stata influentissima, più 

influente della pur fortunata maniera degli Ossi. E ciò è chiaramente dovuto alla 

sua maggiore imitabilità. Ancora oggi tra gli aspiranti poeti di scarse letture – complice 

la scuola – la Poesia, quella con la maiuscola appunto, si identifica con lo 

10 stile dell’Ungaretti esordiente: breve, asciutto, allusivo. Ungaretti ha diffuso con 

il suo esempio la rassicurante opinione che per fare una buona poesia bastino 

appena due parole (penso, inutile dirlo, a quella provocazione che è «Mattina»1); 

che, al poeta, infrangere le leggi della grammatica, abbozzare appena le immagini, 

risultare incomprensibile o approssimativo non sia solo consentito, ma necessario. 

15 Ma chi legge così L’allegria, come un prototipo di comoda stringatezza, fraintende 

le sue ragioni profonde, e rovina se stesso e il modello. La scrittura di Ungaretti, 

certo, ha i suoi vezzi; spesso cade nell’autocompiacimento; forse ha una fiducia 

eccessiva nella capacità di suggestione del poco che mette sulla pagina. Quella 

versificazione sincopata, quelle metafore intraducibili («sorsi d’ombra», «germogli 

20 di desiderio», «bara di freschezza» ecc.), quella soppressione della punteggiatura, 

diciamocelo, hanno fatto il loro tempo; se imitati, sono addirittura brutti ormai, 

pur continuando ad avere il loro effetto. Il libro ha le sue bellezze e le sue astuzie 

altrove, nella sua postura mentale prima che linguistica, che coincide con un’audace 

innovazione, una vera e propria svolta nell’esercizio della poesia: la pratica del 

25 «diario poetico». Non si tratta semplicemente di poesia d’occasione in forma sperimentale. 

O meglio: il verso tratta sì l’occasione, ma la trasforma in un momento 

assoluto; per una presunzione quasi religiosa del poeta, il fuggevole e l’atemporale 

vengono a coincidere. Scrivo oggi di oggi ma la mia scrittura parla da una sorta di 

sospensione aoristica,2 come l’epigrafe di una tomba.

 >> pag. 775 

30 L’allegria, di poesia in poesia, come appunto un diario (e davvero molti di questi 

versi furono annotati su foglietti, giorno per giorno, mentre il poeta era in trincea), 

registra le traversie di un io sofferente, che oscilla tra individuazione e dissoluzione; 

ovvero tra nascita e morte (anche la morte degli altri, come il compagno 

massacrato o l’amico arabo suicida); tra storia ed eternità; tra memoria del paese 

35 lasciato, l’Egitto dell’infanzia, che affiora sfuocato e impalpabile in varie liriche, e 

la condizione della guerra di trincea nell’Italia ritrovata. Da questa alternanza tra 

positivo e negativo, tramite cui l’io si assicura una tenace, per quanto dinamica, 

identità, discende l’immaginario duplice del libro. Da una parte, l’individuazione 

si declina in sogni di palingenesi («Godere un solo | minuto di vita | iniziale», in 

40 «Girovago»; o «Il naufragio concedimi Signore |di quel giovane giorno al primo 

grido», in «Preghiera», la lirica di chiusura); nel motivo del risveglio; nel culto 

delle generazioni passate o della famiglia. Dall’altra, il pensiero della dissoluzione 

genera fantasie notturne, il motivo opposto del sonno o del dormiveglia, il sentimento 

della più minacciosa provvisorietà («Soldati») o quello di appartenenza 

45 all’immensità dell’universo, che ricorda Leopardi e in effetti proprio da lui deriva. 


Nicola Gardini, Per una biblioteca indispensabile. Cinquantadue classici della letteratura italiana, Einaudi, Torino 2011

COMPRENSIONE E ANALISI

1 L’autore inaugura il proprio testo “accusando” Ungaretti di avere una grave responsabilità letteraria: quale?


2 Quale funzione ha adempiuto, secondo l’autore, la scuola?


3 In che cosa consistono i vezzi (r. 17) di Ungaretti?


4 Perché quella dell’Allegria non può essere considerata una semplice poesia d’occasione (r. 25)?


5 A che cosa è paragonata la scrittura ungarettiana? Come spieghi questa similitudine?


6 Illustra il carattere ambivalente delle immagini e delle suggestioni che l’autore rintraccia nell’Allegria.


7 Riassumi il testo di Gardini in circa 5 righe.

PRODUZIONE 

L’autore descrive nel brano gli elementi che hanno alimentato la fama di Ungaretti presso un vasto pubblico. Sei d’accordo con la sua tesi? Argomenta la tua risposta.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi