T1 - La madre (Sentimento del tempo)

Il primo Novecento – L'autore: Giuseppe Ungaretti

 T1 

La madre

Sentimento del tempo


Nella lirica, scritta nel 1930, il poeta immagina che in un estremo atto d’amore la madre, ormai defunta, interceda per il figlio pregando Dio di perdonare i suoi peccati.


METRO Endecasillabi e settenari liberamente alternati.

        E il cuore quando d’un ultimo battito
        avrà fatto cadere il muro d’ombra
        per condurmi, Madre, sino al Signore,
        come una volta mi darai la mano.

5     In ginocchio, decisa,
        sarai una statua davanti all’eterno,
        come già ti vedeva
        quando eri ancora in vita.

        Alzerai tremante le vecchie braccia,
10   come quando spirasti
        dicendo: Mio Dio, eccomi.

        E solo quando m’avrà perdonato,
        ti verrà desiderio di guardarmi.

        Ricorderai d’avermi atteso tanto,
15   e avrai negli occhi un rapido sospiro.

      Dentro il testo

I contenuti tematici

Dall’aldilà la madre del poeta si preoccupa ancora per la salvezza del figlio, che prima o poi la raggiungerà nel regno dei cieli: e quando arriverà quell’ora, in ginocchio invocherà per lui la clemenza divina. Per il legame che li unisce indissolubilmente, sebbene le stia a cuore rivedere il figlio adorato, non distoglierà i suoi occhi da quelli di Dio, nella speranza di ottenere per lui il perdono e la beatitudine celeste.

La preghiera della madre sortirà l’effetto sperato: il poeta ha capito che oltre il muro d’ombra (v. 2) lo aspettano la vita ultraterrena, il Cielo, il Paradiso, la madre stessa, che lo aveva guidato in vita e che ora può intercedere per lui. Egli ha insomma riacquistato la fede a cui era stato educato nell’infanzia e che poi aveva smarrito nel corso dell’esistenza: la sinestesia* del rapido sospiro che balena negli occhi della madre (v. 15) comunica il rasserenato senso di sollievo della donna.

 >> pag. 743 

Le scelte stilistiche

La lirica appartiene alla seconda stagione poetica di Ungaretti, quando egli recupera in parte le forme metriche della tradizione (qui mediante il prevalente ricorso all’endecasillabo*, pur nella libertà della versificazione), struttura il testo in strofe che coincidono ciascuna con un periodo autonomo e concluso, e innalza il registro stilistico attraverso un discorso sintatticamente più elaborato: per esempio il periodo che occupa i vv. 1-4, denso di incisi e di inversioni*, con la principale differita fino al v. 4. Si osserva inoltre il ritorno all’uso della punteggiatura (negata invece negli esordi dell’Allegria) e di una sintassi più articolata (l’inversione della prima quartina*: il cuore quando, v. 1). Anche le scelte lessicali si fanno più tradizionali e perfino solenni, come rivelano l’uso della desinenza arcaica della prima persona singolare dell’indicativo imperfetto in vedeva (v. 7) e l’insistenza sulla terminologia religiosa (il Signore, v. 3; l’eterno, v. 6; l’espressione di sapore biblico Mio Dio, eccomi, v. 11).

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Riassumi con una breve frase il contenuto di ogni strofa.

ANALIZZARE

2 Individua i termini che possono riferirsi all’area semantica della sfera religiosa.

INTERPRETARE

3 La poesia passa progressivamente da strofe di quattro versi a strofe di tre, infine a strofe di due. Per quale motivo, secondo te?

PRODURRE

4 Perché la figura materna è spesso così importante per i poeti al punto da sottolinearne in molti casi il ruolo?


Madre e figlio

Nel corso della sua lunghissima carriera Il pittore spagnolo Pablo Picasso (1881-1973) ha raffigurato più volte, e con stili e tecniche sempre diverse, il rapporto tra madre e figlio, nelle sue infinite sfumature di dolcezza, affetto, protezione. Madre e figlio o meglio Gli indifesi, secondo il nome con cui questo pastello è noto, è una piccola composizione eseguita intorno al 1903: i tratti leggeri dei pastelli e la luminosità dei tocchi di bianco contrastano con lo sguardo segnato dei due personaggi, dagli occhi spalancati e tristi, marcati da profonde occhiaie. La madre avvicina il figlio al suo viso, secondo l’iconografia tradizionale della Vergine con il bambino; con una mano enorme e sproporzionata lo sorregge e sembra proteggerlo dal freddo dell’inverno e dai mali del mondo.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
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Dal secondo Ottocento a oggi