Le scelte stilistiche
Vivacità e malinconia si fondono in questo quadretto paesaggistico, in cui Carducci, più che raffigurare la realtà, ne dà una rapida pennellata, dipingendo, come un pittore impressionista, solo alcune immagini selezionate, e al tempo stesso insistendo su annotazioni simboliche di suoni e di colori.
Le strofe centrali trasmettono un senso di fresca baldanza grazie alle onomatopee* (ribollir, rallegrar, scoppiettando, fischiando, vv. 6-11) e alle sensazioni olfattive (l’aspro
odor de i vini, v. 7); anche la ripetizione del suono r (borgo, ribollir, aspro, odor, rallegrar, vv. 5-8) pare studiata apposta per conferire alla scena campestre l’istintiva allegria che domina nella vita semplice del paese.
Diverso è l’effetto provocato dalla prima e dall’ultima strofa della lirica. Piuttosto che l’immediatezza dei suoni e degli odori, possiamo cogliere qui un’atmosfera sfumata, indizio di un’indecifrabile malinconia: nebbia (v. 1), piovigginando (v. 2), vespero (v. 16), il rumore del mare umanizzato in un urlo (v. 4) sono immagini che esprimono un sentimento di sospesa tristezza (la congiunzione avversativa ma, v. 5, esprime con grande rilievo il cambiamento dell’umore). Anche le pennellate cromatiche suggeriscono tutt’altro che un’idea di spensieratezza: biancheggia (v. 4), rossastre (v. 13) e soprattutto neri (v. 14) sono altre tracce dell’“interpretazione” soggettiva del paesaggio, su cui si stende la triste nota
del tramonto che prepara la sera e della migrazione autunnale che preannuncia l’inverno.