al suo posto come prima; ma adesso, a lui che gli era bastato l’animo di lasciarla e di
dare una coltellata a don Michele, e di starsene nei guai,5 non gli bastava l’animo6 di
passare da una camera all’altra se non glielo dicevano. Alessi che gli vide negli occhi
35 il desiderio, lo fece entrare nella stalla, col pretesto del vitello che aveva comperato la
Nunziata, ed era grasso e lucente; e in un canto c’era pure la chioccia coi pulcini; poi
lo condusse in cucina, dove avevano fatto il forno nuovo, e nella camera accanto, che
vi dormiva la Mena coi bambini della Nunziata, e pareva che li avesse fatti lei. ’Ntoni
guardava ogni cosa, e approvava col capo, e diceva: «Qui pure il nonno avrebbe voluto
40 metterci il vitello; qui c’erano le chiocce, e qui dormivano le ragazze, quando c’era
anche quell’altra…». Ma allora non aggiunse altro, e stette zitto a guardare intorno,
cogli occhi lustri. In quel momento passava la Mangiacarrubbe,7 che andava sgridando
Brasi Cipolla per la strada, e ’Ntoni disse: «Questa qui l’ha trovato il marito;
ed ora, quando avranno finito di quistionare,8 andranno a dormire nella loro casa».
45 Gli altri stettero zitti, e per tutto il paese era un gran silenzio, soltanto si udiva
sbattere ancora qualche porta che si chiudeva; e Alessi a quelle parole si fece coraggio
per dirgli: «Se volessi anche tu ci hai la tua casa. Di là c’è apposta il letto per te».
«No!», rispose ’Ntoni. «Io devo andarmene. Là c’era il letto della mamma, che lei
inzuppava tutto di lagrime quando volevo andarmene. Ti rammenti le belle chiacchierate
50 che si facevano la sera, mentre si salavano le acciughe? e la Nunziata che
spiegava gli indovinelli? e la mamma, e la Lia, tutti lì, al chiaro di luna, che si sentiva
chiacchierare per tutto il paese, come fossimo tutti una famiglia? Anch’io allora non
sapevo nulla, e qui non volevo starci, ma ora che so ogni cosa devo andarmene».
In quel momento parlava cogli occhi fissi a terra, e il capo rannicchiato nelle
55 spalle. Allora Alessi gli buttò le braccia al collo.
«Addio», ripeté ’Ntoni. «Vedi che avevo ragione d’andarmene! qui non posso
starci. Addio, perdonatemi tutti».
E se ne andò colla sua sporta sotto il braccio; poi, quando fu lontano, in mezzo
alla piazza scura e deserta, che tutti gli usci erano chiusi, si fermò ad ascoltare
60 se chiudessero la porta della casa del nespolo, mentre il cane gli abbaiava dietro,
e gli diceva col suo abbaiare che era solo in mezzo al paese. Soltanto il mare gli
brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni,9 perché il mare non ha
paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là
dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare,
65 e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par
la voce di un amico.
Allora ’Ntoni si fermò in mezzo alla strada a guardare il paese tutto nero,10
come non gli bastasse il cuore di staccarsene, adesso che sapeva ogni cosa, e sedette
sul muricciuolo della vigna di massaro Filippo.
70 Così stette un gran pezzo pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando
il mare che gli brontolava lì sotto. E ci stette fin quando cominciarono ad udirsi
certi rumori ch’ei conosceva, e delle voci che si chiamavano dietro gli usci, e sbatter
d’imposte, e dei passi per le strade buie. Sulla riva, in fondo alla piazza, cominciavano
a formicolare dei lumi. Egli levò il capo a guardare i Tre Re che luccicavano, e la