sottoproletariato
Fin dal suo arrivo a Roma, nel 1950, Pasolini è attratto da un universo per lui nuovo, quello delle borgate della capitale abitate dal sottoproletariato, la cui vita lo affascina e lo emoziona e che frequenta assiduamente e osserva con sguardo misto fra sensuale e antropologico. Nei “ragazzi di vita” egli vede l’autenticità, la genialità, la spontaneità, il candore, la libertà che non trova più nella società massificata del boom economico. Questo popolo primitivo e inconsapevole, un «caos non ancora proletario», è ai suoi occhi portatore di una «pura» e «assoluta» energia vitale.