I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il primo Ottocento Silvia e la primavera 10 La contemplazione di Silvia da parte del poeta 15 20 25 Invettiva contro la natura 30 35 Sonavan le quiete stanze, e le vie dintorno, al tuo perpetuo canto, allor che all opre femminili intenta sedevi, assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi così menare il giorno. Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte, ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte, d in su i veroni del paterno ostello porgea gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti, e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. Lingua mortal non dice quel ch io sentiva in seno. Che pensieri soavi, che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allor ci apparia la vita umana e il fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, un affetto mi preme acerbo e sconsolato, e tornami a doler di mia sventura. O natura, o natura, perché non rendi poi 9 perpetuo: continuo. 10 opre femminili: si intende la tessitura, tradizionalmente attività femminile. 12 vago: l aggettivo evoca un sogno incerto e indeterminato, quale è spesso quello dei giovani in merito al loro futuro. 13 maggio odoroso: maggio profumato dalla fioritura primaverile. Per alcuni critici, l espressione ha una valenza realistica, in quanto Silvia morirà a settembre; prevale tuttavia tra gli studiosi l ipotesi che il mese sia menzionato per il suo simbolico significato di rigenerazione oltre che per le sue evocazioni letterarie (maggio è il mese poetico per eccellenza). 14 menare: trascorrere. 15-16 studi leggiadri sudate carte: secondo l interpretazione tradizionale i primi 850 sarebbero gli studi di poesia italiana, le seconde l apprendimento delle lingue antiche (soprattutto latino e greco). Ma non è necessario distinguere: qui Leopardi potrebbe anche intendere lo studio in generale, che è insieme fonte di piacere e di fatica. 17-18 ove parte: nei quali si consumava la giovinezza (il tempo mio primo), che è la parte migliore di me (cioè della vita di ogni uomo). 19 d in su i veroni ostello: dai balconi della casa paterna. Paterno ostello è espressione ariostesca (Orlando furioso, XVIII, 73, v. 5). 20 porgea gli orecchi: ascoltavo. 22 che tela: che si muoveva rapida sul telaio. Evidentemente Silvia è intenta a un lavoro di tessitura. 23 Mirava: contemplavo. 25 quinci il monte: da una parte (quin ci) il mare in lontananza (da lungi), dall altra (quindi) le montagne. 26-27 Lingua in seno: nessuna lingua umana è in grado di esprimere la dolcezza che provavo dentro di me. 29 cori: affetti, sentimenti. 31 il fato: il destino, il futuro. 32 Quando speme: quando mi torna alla memoria quella speranza così lieta. L espressione cotanta speme deriva dal Can zoniere petrarchesco («Questo m avanza di cotanta speme , 268, v. 32). 33 un affetto mi preme: un angoscia mi opprime. 35 tornami: mi torno. 37 rendi: mantieni.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento