I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Giacomo Leopardi 105 110 115 120 125 130 135 140 stenti e mille dolori. E certo, benché ciascuno di noi sperimenti nel tempo delle infermità, mali per lui nuovi o disusati, e infelicità maggiore che egli non suole (come se la vita umana non fosse bastevolmente misera per l ordinario);42 tu non hai dato all uomo, per compensarnelo, alcuni tempi di sanità soprabbondante e inusitata, la quale gli sia cagione di qualche diletto straordinario per qualità e per grandezza. Ne paesi coperti per lo più di nevi, io sono stato per accecare: come interviene ordinariamente ai Lapponi43 nella loro patria. Dal sole e dall aria, cose vitali, anzi necessarie alla nostra vita, e però da non potersi fuggire, siamo ingiuriati di continuo: da questa colla umidità, colla rigidezza,44 e con altre disposizioni; da quello col calore, e colla stessa luce: tanto che l uomo non può mai senza qualche maggiore o minore incomodità o danno, starsene esposto all una o all altro di loro. In fine, io non mi ricordo aver passato un giorno solo della vita senza qualche pena; laddove45 io non posso numerare quelli che ho consumati senza pure un ombra di godimento: mi avveggo che tanto ci è destinato e necessario il patire, quanto il non godere; tanto impossibile il viver quieto in qual si sia modo, quanto il vivere inquieto senza miseria: e mi risolvo a conchiudere che tu sei nemica scoperta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere tue; che ora c insidii ora ci minacci ora ci assalti ora ci pungi ora ci percuoti ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti; e che, per costume e per instituto,46 sei carnefice della tua propria famiglia, de tuoi figliuoli e, per dir così, del tuo sangue e delle tue viscere. Per tanto rimango privo di ogni speranza: avendo compreso che gli uomini finiscono47 di perseguitare chiunque li fugge o si occulta con volontà vera di fuggirli o di occultarsi; ma che tu, per niuna cagione, non lasci mai d incalzarci, finché ci opprimi. E già mi veggo vicino il tempo amaro e lugubre della vecchiezza; vero e manifesto male, anzi cumulo di mali e di miserie gravissime; e questo tuttavia non accidentale, ma destinato da te per legge a tutti i generi de viventi, preveduto da ciascuno di noi fino nella fanciullezza, e preparato in lui di continuo, dal quinto suo lustro in là,48 con un tristissimo declinare e perdere senza sua colpa: in modo che appena un terzo della vita degli uomini è assegnato al fiorire, pochi istanti alla maturità e perfezione, tutto il rimanente allo scadere, e agl incomodi che ne seguono. natura Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie,49 trattone50 pochissime, sempre ebbi ed ho l intenzione a tutt altro, che alla felicità degli uomini o all infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n avveggo,51 se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei. 42 per l ordinario: normalmente. 43 Lapponi: popolazione stanziata nelle regioni settentrionali della Norvegia, della Svezia e della Finlandia. 44 rigidezza: freddo rigido. 45 laddove: mentre. 46 per costume e per instituto: per abitudine e per una precisa legge. 47 finiscono: smettono. 48 dal quinto suo lustro in là: dopo i venticinque anni. 49 nelle fatture operazioni mie: nel mio creare, dare leggi, operare. 50 trattone: escludendone. 51 io non me n avveggo: io non me ne accorgo. 807

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento