Gli ultimi anni

Il primo Ottocento Gli ultimi anni Tra Pisa e Recanati Nella primavera del 1828, Leopardi è intanto tornato alla poesia, come scrive egli stesso nella lettera del 2 maggio 1828, alla sorella Paolina: «E dopo due anni, ho fatto dei versi quest Aprile, ma versi veramente all antica, e con quel mio cuore d una volta . Si tratta dei cosiddetti grandi idilli , altrimenti detti canti pisano-recanatesi . Vengono infatti composti tra Pisa e Recanati, dove il poeta è costretto a tornare («l orrenda notte di Recanati mi aspetta , scrive il 19 giugno 1828 all amica Antonietta Tommasini) a causa dell aggravarsi delle sue condizioni di salute, e dove vive fino al 1830. Le delusioni fiorentine Un gruppo di amici toscani lo invita nuovamente a Firenze, promettendogli una rendita mensile per un anno: si tratta degli intellettuali che collaborano al progetto culturale del ginevrino Giovan Pietro Vieusseux, che pubblica la rivista Antologia . Il poeta accetta, nonostante il profondo dissenso ideologico che lo separa dall ottimismo liberal-progressista che si respira nelle riunioni del circolo. Il 30 aprile 1830 Giacomo saluta per l ultima volta i genitori e lascia la casa paterna: non tornerà più a Recanati. Il soggiorno fiorentino sembra riaccendere le illusioni sopite: Leopardi è ospite di salotti raffinati, animati dalla presenza di dame intriganti. Tra queste, emerge la «Dama bellissima e gentilissima , Fanny Targioni Tozzetti, una nobildonna un po svampita che ostenta cultura letteraria collezionando autografi di letterati famosi. Il sentimento che la donna suscita nel poeta è il più appassionato che egli abbia mai provato, ma la speranza che il suo amore sia ricambiato è di breve durata: dopo la delusione di questa esperienza, Giacomo lascia Firenze. A Napoli con Antonio Ranieri Leopardi si trasferisce a Roma insieme a un giovane amico, l esule scrittore napoletano Antonio Ranieri, conosciuto nel 1827. Con lui, dopo un ultima, breve sosta fiorentina nel 1832, si reca a Napoli. Qui trascorre gli ultimi anni di vita con l intermezzo di un soggiorno in una villetta fra Torre del Greco e Torre Annunziata, per sfuggire all epidemia di colera che si è abbattuta sulla città partenopea. La permanenza napoletana, dapprima fonte di un certo benessere, diventa poi più difficile per l incompatibilità con l ambiente e soprattutto per il deteriorarsi della salute. Le sue condizioni si aggravano rapidamente e un malore lo uccide il 14 giugno 1837, a Napoli. Secondo la testimonianza di Ranieri, il suo corpo viene salvato per poco dalla fossa comune destinata ai morti di colera e seppellito nella chiesetta di San Vitale. Un secolo dopo, nel 1938, i resti di Leopardi vengono traslati a Mergellina, nel Parco di Piedigrotta, non lontano dal luogo dove c è quella che la tradizione considera la tomba di Virgilio. Incisione raffigurante Villa Ferrigni presso Napoli, dove Leopardi scrisse La ginestra, XIX sec. Collezione privata. 776

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento