T1 - Fabrizio a Waterloo (La Certosa di Parma)

Il romanzo in Europa e in Italia della marchesa del Dongo e di un bell ufficiale francese venuto in Italia con Bonaparte. Avendo partecipato come volontario alla battaglia di Waterloo, deve andare in esilio a Parma, dove la marchesa Sanseverina, sua zia, può proteggerlo grazie alla propria amicizia con il primo ministro. Rinchiuso nella Torre Farnese per l uccisione di un uomo, Fabrizio si innamora di Clelia Conti, la figlia del governatore della prigione, ma la zia, inconsciamente attratta da lui, ostacola questa passione. Il giovane non ha la forza di ribellarsi e accetta d intraprendere la carriera ecclesiastica. Allaccia però una relazione con Clelia (che nel frattempo si è sposata), dalla quale nasce Sandrino, che però muore presto. Scomparsa anche Clelia, Fabrizio si ritira in un monastero dove vivrà fino alla fine dei suoi giorni. La Certosa di Parma nasce come «cronaca italiana , ricavata dal manoscritto Origini della grandezza della famiglia Farnese, dove si raccontano gli amori e le sregolatezze del giovane cardinale Alessandro Farnese (il futuro papa Paolo III), il quale, avendo ucciso un uomo in una rissa, era stato imprigionato a Castel Sant Angelo, ma ne era fuggito legando tra loro alcune lenzuola. Innamoratosi del personaggio, Stendhal lo avvicina ai suoi tempi, modellando su di lui il protagonista del romanzo. Fabrizio a Waterloo T1 Stendhal, La Certosa di Parma, cap. 3 Siamo nel 1815: il diciottenne Fabrizio del Dongo abbandona la famiglia e fugge in Belgio per raggiungere il suo eroe, Napoleone, impegnato nella battaglia decisiva, quella di Waterloo. Ma la partecipazione a quel tragico evento bellico porterà Fabrizio a una demitizzazione della guerra e a un forte ridimensionamento delle sue passioni di adolescente. La caduta degli ideali 5 10 15 20 Fabrizio non aveva fatto cinquecento passi che il suo ronzino1 s arrestò di colpo: un cadavere attraverso al sentiero faceva orrore al cavallo e al cavaliere. Il volto di Fabrizio, naturalmente molto pallido, prese un color verde molto accentuato; la cantiniera,2 dopo aver guardato il morto, disse come parlando fra sé: «Non è della nostra divisione . Poi, levando gli occhi sul nostro eroe, scoppiò a ridere. «Ah! ah! ragazzo mio! , gridò, «ecco le chicche! .3 Fabrizio restava agghiacciato. Quello che gli faceva maggior impressione erano i piedi sudici del cadavere già spogliato delle scarpe, e al quale non avevano lasciato che dei cattivi pantaloni tutti imbrattati di sangue. «Avvicinati , gli disse la cantiniera, «smonta; devi abituarti. Guarda , esclamò, «è stato colpito alla testa . Una palla, entrata accanto al naso, era uscita dalla tempia opposta, e sfigurava il cadavere in modo orribile; era restato con un occhio aperto. «Smonta, ragazzo , disse la cantiniera, «e dagli una stretta di mano per vedere se te la rende . Senza esitare, benché lì lì per morire dal disgusto, Fabrizio saltò giù da cavallo e prese la mano del cadavere scotendola forte; poi restò come annichilito; sentiva di non aver la forza di rimontare a cavallo. Quello che soprattutto gli faceva orrore era quell occhio aperto. 1 ronzino: cavallo debole e malridotto. 2 la cantiniera: una delle donne che se- guivano l esercito e vendevano viveri e bevande ai soldati (più oltre detta vivandiera). 3 le chicche: le cose squisite che si trova- no in battaglia (detto con ironia e sarcasmo). 611

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento