L’industrializzazione e l’emergere della questione sociale

L epoca e le idee contro l Impero ottomano (1821-1829), cui partecipano volontari da tutta Europa. Si tratta dell unico esito positivo dei primi moti liberali europei, che nella maggior parte dei casi non riescono a coinvolgere le classi lavoratrici e i ceti più umili, rimanendo di conseguenza minoritari e destinati al fallimento. I moti del 1830-1831 Si concludono con la sconfitta degli insorti anche i moti scoppiati all inizio del decennio successivo, nel 1830 e 1831. Sebbene vi partecipino, oltre ai militari, anche più ampie fasce della borghesia, le insurrezioni in Italia e Polonia sono represse dall intervento armato di Austria e Russia. Tuttavia, le conseguenze di questi moti sono più rilevanti e durature, soprattutto in Francia, dove si instaura una monarchia liberale che, per quanto moderata, rappresenta una svolta rispetto all ordine sancito dal Congresso di Vienna, segnando la fine dell età della Restaurazione. L industrializzazione e l emergere della questione sociale Nei primi decenni dell Ottocento il continente è interessato dalla più grande trasformazione tecnologica, economica e sociale mai vissuta dall umanità fino a quel momento: la Rivoluzione industriale, che dall Inghilterra si diffonde a buona parte d Europa. La concentrazione del lavoro in fabbrica, l introduzione delle macchine e l uso di fonti di energia prodotta a partire dal carbone e dal vapore, che sostituiscono il lavoro di uomini e animali, determinano uno straordinario aumento della produzione, che si somma ai progressi dell agricoltura già verificatisi nel Settecento. L industrializzazione e l emergere della questione sociale La maggiore disponibilità di merci e l industrializzazione comportano tuttavia un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di grandi masse di uomini e donne, costrette a trasferirsi dalle campagne alle città a causa della disoccupazione generata dall aumento della produttività agricola, che provoca un eccedenza di forza lavoro nei campi. Nei sobborghi urbani dove si insediano le fabbriche, gli operai, già duramente sfruttati nei luoghi di lavoro, vivono in condizioni igieniche precarie e in situazioni di sovraffollamento che facilitano la diffusione di malattie e alzano rapidamente l indice di mortalità, soprattutto infantile. La coscienza di tale situazione si fa strada già durante l età della Restaurazione. Alla lotta per le libertà politiche si affianca infatti un nuovo interesse per la questione sociale, cioè l insieme dei problemi che riguardano le masse contadine e operaie. Il riflesso e, in alcuni casi, la denuncia delle ingiustizie e delle disuguaglianze si trovano nei più importanti romanzieri del tempo (si pensi alle descrizioni del lavoro minorile offerte dallo scrittore inglese Charles Dickens), ma sono anche la base del pensiero e dell azione dei cosiddetti socialisti utopisti tra gli altri Henri de Saint-Simon (1760-1825), Charles Fourier (1772-1837) e Robert Owen (1771-1858) , autori di esperimenti sociali e produttivi alternativi a quelli del primo capitalismo. Intorno alla metà del secolo, andando oltre la loro riflessione, Karl Marx (1818-1883) elaborerà una critica dell economia capitalistica che avrà enormi conseguenze culturali e fornirà una base teorica e politica allo sviluppo del movimento operaio. Il mito del progresso: le origini del Positivismo Guardando soprattutto ai successi della nuova civiltà industriale, comunque, alcuni pensatori se ne fanno interpreti, predicendo uno sviluppo continuo e progressivo della società, che immaginano organizzata in modo ordinato e razionale secondo princìpi scientifici. Questa corrente di pensiero va sotto il nome di Positivismo, in omaggio all idea che solo ciò che è fondato sui fatti possa essere veramente conosciuto, e che solo ciò che è utile alla società debba essere oggetto della scienza. 425

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento