I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il Settecento 5 10 15 20 25 30 35 me spinto ne la iniqua stagione, infermo il piede, tra il fango e tra l obliqua furia de carri la città gir vede; 5-8 la città mi vede camminare (gir), costretto a uscire (spinto) nella cattiva (iniqua) stagione, con le gambe malferme (infermo il piede), nel fango e tra la corsa disordinata (obliqua furia) dei carri; e per avverso sasso mal fra gli altri sorgente, o per lubrico passo lungo il cammino stramazzar sovente. 9-12 e a causa di un sasso insidioso (avverso) che sporge malamente rispetto agli altri, o per un tratto di strada scivoloso (lubrico passo), spesso mi vede cadere a terra rovinosamente mentre cammino. Ride il fanciullo; e gli occhi tosto gonfia commosso, che il cubito o i ginocchi me scorge o il mento dal cader percosso. 13-16 Ride un ragazzo; eppure subito i suoi occhi si riempiono di lacrime di commozione, perché (che) vede che, cadendo, mi sono ferito (percosso) al gomito (cubito), ai ginocchi o al mento. Altri accorre; e: «Oh infelice e di men crudo fato degno vate! mi dice; e seguendo il parlar, cinge il mio lato 17-20 Si avvicina un passante (Altri); e mi dice: «Oh sfortunato (infelice) poeta (vate), degno di un destino (fato) meno crudele (crudo)! ; e continuando a parlare, abbraccia (cinge) il mio fianco con la pietosa mano; e di terra mi toglie; e il cappel lordo e il vano baston dispersi ne la via raccoglie: 21-24 con mano pietosa; e mi solleva (toglie) da terra, raccogliendo anche il cappello che si è sporcato (lordo) e l inutile bastone, caduti (dispersi) sulla strada: «Te ricca di comune censo la patria loda; te sublime, te immune cigno da tempo che il tuo nome roda 25-28 «La patria, ricca di denaro pubblico (comune censo), ti loda; poeta sublime , cigno immune dal tempo che possa cancellare il tuo nome chiama gridando intorno; e te molesta incìta di poner fine al Giorno, per cui cercato a lo stranier ti addita. 29-32 ti chiama a gran voce (gridando intorno); e ti incita fastidiosamente (molesta) a terminare Il Giorno, per il quale ti indica agli stranieri che ti cercano. Ed ecco il debil fianco per anni e per natura vai nel suolo pur anco fra il danno strascinando e la paura: 33-36 Ma ecco che sei costretto ancora (pur anco) a trascinare in giro (nel suolo), fra il dolore e la paura, il tuo corpo (fianco) indebolito (debil) dalla vecchiaia (per anni) e dalla malattia (per natura): 6 infermo il piede: in conseguenza di una malattia giovanile, Parini soffriva di una costante debolezza muscolare alle gambe. 8 la città: Milano. 15-16 che il cubito o i ginocchi percosso: la costruzione della frase è basata 352 sul complemento di relazione (o accusativo alla greca). 31 Giorno: la più celebre opera di Parini; nel 1763 l autore aveva pubblicato Il Mattino e nel 1765 Il Mezzogiorno; da vent anni il pubblico attendeva il completamento del poema, con un insistenza che al poeta doveva risultare molesta (v. 30). 32 lo stranier: singolare collettivo. 36 fra il danno e la paura: il dolore per la caduta e la paura di essere travolto dalle carrozze.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento