T1 - Il nobile e il poeta (Dialogo sopra la nobiltà)

Giuseppe Parini sto particolare punto di vista interno, il poeta può osservare da vicino il comporta mento quotidiano dei nobili con l occhio del subalterno, ma allo stesso tempo con la consapevolezza e la superiorità dell intellettuale che giudica e sorride dei difetti altrui. L attrazione per la nobiltà e la stagione delle riforme La critica pariniana è rivolta contro alcuni aspetti specifici della nobiltà, non contro l aristocrazia nel suo complesso, per la quale il poeta prova una segreta attrazione, pre sente nelle ultime Odi sotto forma di un idealizzazione della bellezza delle gentildonne, raffinate anche perché nobili, seducenti anche perché socialmente elevate. Del resto, alle motivazioni psicologiche se ne aggiungono altre di tipo storico e cultu rale: il poemetto in cui si trasferiscono le idee più mature sulla nobiltà, Il Giorno, è scritto nell epoca in cui si diffonde in Lombardia l esperienza del dispotismo illuminato, che unisce la spinta riformista dell Illuminismo lombardo agli obiettivi del governo austria co, coinvolgendo, senza radicali disaccordi, le migliori menti aristocratiche e i borghesi culturalmente più avanzati. La critica decisa di un moderato Tuttavia, malgrado il fascino che la nobiltà esercita su Parini e la consapevolezza di co me essa abbia svolto, in alcune fasi storiche, un azione proficua, improntata a giustizia e magnanimità, il poeta è estremamente deciso nelle sue critiche. Il suo moralismo austero non può che condannare la superficialità aristocratica e i privilegi di classe. Così, la polemica si appunta con tono risentito sull arroganza dei nobili e sul loro disprezzo ver so il lavoro e la miseria, a difesa della dignità individuale e nel rifiuto di anacronistiche divisioni sociali che sacrificano il valore e il talento dei singoli. Il nobile e il poeta T1 Dialogo sopra la nobilt I due personaggi del dialogo un nobile e un poeta plebeo, cui la sorte ha assegnato la medesima tomba discutono sul valore della nobiltà in un confronto acceso e serrato. Riportiamo un brano dall ultima parte dell opera, in cui il poeta cerca di dimostrare al suo interlocutore quanto sia sciocca la pretesa di arrogarsi privilegi fondati sull ereditarietà. Uguaglianza e privilegi 5 1 2 3 4 nobile Noi nasciamo come se 1 nato tu medesimo, se io ho a dirti l vero:2 ma il sangue che in noi è provenuto dai nostri maggiori3 è tutt altra cosa che il tuo. poeta Dàlle!4 e voi seguite pure a infilzarmi maraviglie.5 Forseché6 il vostro sangue non è come il nostro fluido e vermiglio?7 egli fatto alla foggia8 di quello degli Dei d Omero? nobile Egli è anzi così, come il vostro, fluidissimo e vermiglissimo: ma tu ben sai che possa9 il nostro sangue sopra gli animi nostri. poeta Io non so nulla, io. Di grazia, che credete però voi che il vostro sangue possa sopra gli animi vostri? se : sei. se io l vero: se devo dirti il vero. nostri maggiori: nostri avi. Dàlle!: e dàgli!, esclamazione di fastidio rivolta a chi ripete con insistenza la stessa opinione. 5 seguite pure maraviglie: continuate a inanellare affermazioni stupefacenti. 6 7 8 9 Forseché: forse che. vermiglio: rosso. alla foggia: nella maniera, nel modo. che possa: che potere abbia. 341

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento