I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Il Settecento rr. 55-60), ma anche dei propri diritti, e pertanto intende tutelare la propria dignità (Piangerò da voi lontana, ma non saprò così spesso i torti che voi mi fate. V amerò sempre, ma non mi vedrete mai più, rr. 60-61). Le nozze ridotte al valore della dote Anche se per Vittoria il matrimonio borghese non esclude la sfera degli affetti (Vi voglio bene anche troppo, r. 43; V amerò sempre, r. 61), rivolgendosi a Eugenio la donna fa leva sugli argomenti che più sembrano interessarlo, come se per lui le nozze avessero rappresentato soprattutto una questione di denaro; a causa delle intemperanze del marito, infatti, Vittoria può minacciare la rescissione del contratto da parte di suo padre (mio padre [ ] saprà farsi render ragione del vostro procedere, e della mia dote, rr. 18-19). La reazione di Eugenio conferma questa visione delle cose (Povera donna! Mi ha intenerito. [ ] S ella mi porta via la dote, son rovinato, rr. 62-64): la riconciliazione con Vittoria è necessaria soprattutto per un calcolo di convenienza. La presenza in assenza Nella scena compaiono solo due personaggi, Eugenio e Vittoria, eppure l autore riesce a rendere incombente anche la presenza di un terzo personaggio: Don Marzio, che si conferma così uno dei protagonisti della commedia, pur calcando la scena per un tempo minore di altri. Egli viene nominato alla r. 4, e poi, ripetutamente, in modo quasi cantilenante, dalla r. 27 alla r. 39, come responsabile delle rivelazioni che inchiodano Eugenio alle proprie responsabilità. Un confronto serrato Le scelte stilistiche L espediente della concatenazione delle battute, ricorrente nelle commedie goldoniane, conferisce velocità e ritmo alla scena. I dialoghi si sviluppano attraverso la concitata ripresa di parole, espressioni e concetti (eugenio Che novità è questa? A quest ora in maschera? vittoria Cosa dite, eh? Che bel divertimento! A quest ora in maschera, rr. 9-10). In questo caso, in particolare, si creano giochi di parole e contrasti che esprimono bene il sarcasmo con cui Vittoria si rivolge al marito (eugenio Andate subito a casa vostra. vittoria Io andrò a casa, e voi resterete al divertimento. eugenio Voi andate a casa, ed io resterò dove mi piacerà di restare. vittoria Bella vita, signor consorte! eugenio Meno ciarle, signora, vada a casa, che farà meglio. vittoria Sì, anderò a casa; ma anderò a casa mia, non a casa vostra. eugenio Dove intendereste d andare?, rr. 11-17). Verso le competenze COMPRENDERE 1 Che cosa intende dire Vittoria con la risposta Non ho bisogno di caffè, ma di pane (r. 6)? di capovolgere la situazione e far sentire in colpa Vittoria per una sua presunta mancanza: cerca nel testo le battute in cui emerge questo atteggiamento. 2 In quali battute è evidente la preoccupazione, da parte dei due coniugi, di evitare di rendere pubblici i loro problemi, per non intaccare la propria rispettabilità? 4 Quale significato è attribuito da Eugenio al termine dottoressa (r. 49)? ANALIZZARE 3 A causa della sua debolezza di carattere, Eugenio, invece di assumersi le proprie responsabilità, cerca 316 INTERPRETARE 5 Qual è lo stato d animo di Vittoria? E quello di Eugenio?

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento