Tra italiano e dialetto

Il Settecento le ed elevato, adeguato agli interlocutori (M inchino a questi cavalieri. Chi mi domanda di lor signori?, r. 60; Dove mi vuole, Eccellenza?, r. 62); nel monologo, invece, il suo linguaggio diventa spontaneo e colloquiale, con il ricorso a soprannomi di scherno (Marchese Arsura, r. 117), a modi di dire proverbiali (Mi piace l arrosto, e del fumo non so che farne, r. 119), a similitudini* basse e colloquiali (rustico come un orso, r. 123) e a espressioni popolari (mi muove la bile, r. 126). Verso le competenze COMPRENDERE 1 A quali mezzi si affidano il Conte e il Marchese, rispettivamente, per conquistare Mirandolina? 2 Descrivi l atteggiamento del Cavaliere verso l amore e il genere femminile. ANALIZZARE 3 Individua i vocaboli che caratterizzano le personalità del Conte e del Marchese, sottolineando quelli riconducibili all ambito semantico del denaro per il primo e del potere per il secondo. 4 Commenta le scelte sintattiche che contribuiscono a rendere l'agitazione del Cavaliere quando deve ammettere con sé stesso i propri sentimenti e quando deve soccorrere Mirandolina svenuta. INTERPRETARE 5 Perché, alla fine della scena XIX dell atto II, Mirandolina dice: Restami solo, per compiere la mia vittoria, che si renda pubblico il mio trionfo (rr. 208209)? Tra italiano e dialetto La creazione di un nuovo italiano Quando Goldoni inizia a scrivere per il teatro, si trova ad affrontare un nodo difficile quanto ineludibile: il problema della lingua. Egli mira a creare opere che raggiungano un pubblico socialmente e culturalmente vario, e siano comprensibili in buona parte d Italia. Gli Stati italiani del tempo, tuttavia, non dispongono di una lingua davvero unitaria, se si esclude il toscano letterario, che ha però un carattere prevalentemente libresco, inadeguato a esprimere le mille sfaccettature della vita quotidiana. Le lingue utilizzate nella vita di tutti i giorni sono dunque i dialetti, che presentano una ricchezza e una duttilità straordinarie ma hanno potenzialità d impiego limitate dal fattore geografico. Per risolvere questo problema, Goldoni inventa un italiano che si serve di strumenti linguistici di diversa provenienza, approdando a un originale miscela plurilinguistica costituita da un toscano dialettizzato da termini lombardi, venetismi, francesismi e forme colloquiali fiorentine. Lo stile al servizio della naturalezza espressiva Per Goldoni, la lingua è soprattutto un mezzo di comunicazione, efficace se raggiunge un pubblico ampio. Per questa ragione, al fine di rendere chiari i discorsi dei suoi personaggi, Goldoni li fa interloquire con un linguaggio non letterario, caratterizzato da una sintassi semplice (i periodi sono sempre brevi), che privilegia la paratassi alla subordinazione; il lessico quotidiano e familiare, inoltre, è sempre coerente con l ambiente di provenienza dei protagonisti della scena. Intendendo ritrarre con naturalezza e realismo il mondo in cui gli spettatori si devono riconoscere, Goldoni mira insomma all «imitazione delle persone che parlano più di quelle che scrivono . Rivendicando di essere un «poeta comico e non un «accademico della Crusca , egli attinge il linguaggio direttamente dalle conversazioni che ascolta tra le persone, dai dialoghi tra uomini e donne, che riflettono le mentalità e gli orizzonti culturali delle diverse classi sociali. 292

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento