D4 - Pietro Verri, Il programma del “Caffè”

Il Settecento I contenuti del Caffè Documento 4 Il titolo della testata allude al luogo di incontro e di discussione per eccellenza tra individui di ogni condizione appunto il caffè , mentre nell ampio ventaglio degli argomenti proposti si può cogliere l influenza del modello culturale dell Enciclopedia. I temi trattati nelle pagine del periodico sono infatti assai eterogenei: vi si trovano analisi sulla situazione economica del Milanese, proposte di introduzione di nuove coltivazioni nelle campagne lombarde, riflessioni sul sistema fiscale, articoli in cui si esaltano i progressi della medicina e della scienza; ma non mancano discussioni e articoli di più schietta natura letteraria, come quelli riguardanti la questione della lingua, che nel Settecento torna di grande attualità. Il programma del Caffè Pietro Verri Pietro Verri nasce a Milano, da una famiglia nobile, nel 1728, primo di quattro L autore fratelli (il secondo, Alessandro, lo affiancherà nella battaglia illuministica). Membro dell Accademia dei Trasformati di Milano, si dedica allo studio della struttura economica dello Stato lombardo, legandovi l interesse per questioni teoriche più ampie, di argomento prevalentemente morale. Dopo aver fondato con il fratello Alessandro e con Cesare Beccaria la combattiva Accademia dei Pugni (1761), è amministratore e redattore principale del Caffè (1764-1766). Nei decenni successivi ricopre numerosi incarichi pubblici, senza però abbandonare l attività di scrittore: nel 1773 pubblica il Discorso sull indole del piacere e del dolore, un trattato filosofico di indirizzo sensistico che influenzerà il pensiero leopardiano; nel 1777 le Osservazioni sulla tortura, in cui studia il processo agli untori tenutosi durante l epidemia di peste che aveva colpito Milano nel 1630. Dopo la Rivoluzione francese (alla quale dà una tiepida adesione) matura il suo distacco dall assolutismo illuminato, in favore della necessità di un regime costituzionale. Muore a Milano nel 1797. L incipit, un immaginario botta e risposta con il lettore, rivela come Verri intenda instaurare con il pubblico un rapporto libero e colloquiale. Facendo tesoro dell insegnamento del giornalismo anglosassone, l autore promette l adozione di uno stile vivace nella presentazione dei contenuti, fedele al motto della rivista: «Cose e non parole . La sopravvivenza della testata non è affidata alla generosità di un mecenate, ma dipende unicamente dalla risposta del pubblico. Lo scopo dichiarato del periodico è occuparsi di attualità, secondo un idea pedagogica e al tempo stesso ricreativa di giornalismo. Il brano costituisce la parte iniziale del programma del periodico, pubblicato sul primo numero (1° giugno 1764). Mostrando spiccate doti di sintesi, Verri spiega in poche ed efficaci battute le caratteristiche del nuovo progetto editoriale: contenuti, lingua, periodicità e scopi. Cos è questo Caffè ? un foglio di stampa che si pubblicherà ogni dieci giorni. Cosa conterrà questo foglio di stampa? Cose varie, cose disparatissime, cose inedite, cose fatte da diversi autori, cose tutte dirette alla pubblica utilità. Va bene: ma con quale stile saranno eglino1 scritti questi fogli? Con ogni stile che non annoi. E sin a quando fate voi conto di continuare quest opera? Infin a tanto che avranno spaccio.2 Se il pubblico si determina a leggerli, noi continueremo per un anno, e per più ancora, e infine d ogni anno di trentasei fogli, se ne farà un tomo di mole discreta; se poi il pubblico non li legge, la nostra fatica sarebbe inutile, perciò ci fermeremo anche al quarto, anche al terzo foglio di stampa. Qual fine vi ha fatto nascere un tal progetto? Il fine d un aggradevole occupazione per noi, il fine di far quel bene che possiamo alla nostra patria, il fine di spargere delle utili cognizioni fra i nostri cittadini divertendoli, come già altrove fecero e Steele e Swift e Addison e Pope3 ed altri. 1 eglino: pleonasmo. 2 avranno spaccio saranno com- merciati e letti (il soggetto è questi fogli). 200 3 Steele e Swift e Addison e Po- pe: Richard Steele (1672-1729), Jonathan Swift (1667-1745), Joseph Addison (1672-1719), Alexander Pope (1688-1744) sono tutti letterati britannici accomunati dallo spirito satirico.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento