natura
La natura è vista inizialmente da Leopardi come una madre, «madre nostra e dell’universo», dolce e benigna, fonte di piacevoli illusioni che trasfigurano i dolori dell’esistenza. Al rapporto armonioso che l’uomo ha avuto in passato con la natura egli guarda come a una risorsa, in gran parte persa nel presente: «celeste naturalezza» dice essere quella condizione privilegiata che nasce dalla vicinanza con la natura e da cui la grande poesia è scaturita in modo quasi istintivo. L’approdo al materialismo lo induce poi a correggere progressivamente la sua visione della natura: essa diventa «origine vera de’ mali de’ viventi», entità violenta, ostile, malefica, infine matrigna indifferente alla sorte dei suoi figli, che restano stritolati senza pietà nel suo meccanico, imperturbabile ingranaggio.