Il Seicento – L'autore: Galileo Galilei

invito ALLA VISIONE

Galileo di Liliana Cavani

L’impari lotta tra la libertà di pensiero e l’arroganza del potere che manipola le coscienze: il caso di Galileo Galilei è un esempio sempre attuale. Tanto che alla sua uscita, nel 1968, il film di Liliana Cavani viene subito vietato ai minori di diciotto anni e la censura impone tagli nei punti ritenuti più anticlericali, malgrado le aperture del Concilio Vaticano II (1962-1965) verso l’autonomia della scienza; in seguito, la Rai non trasmetterà questo Galileo, benché l’avesse finanziato.

Metodo scientifico e dogmatismo
In quest’opera "didattica" e antispettacolare la Cavani si focalizza sul periodo compreso tra l’arrivo di Galileo a Padova (1592) e l’abiura (1633), e fa muovere il protagonista tra gli altri grandi personaggi della sua epoca, come il filosofo Giordano Bruno, lo storico Paolo Sarpi, l’artista Gian Lorenzo Bernini.
Nella prima parte, Galileo (il quale insegna con scarso entusiasmo teorie che reputa ormai superate) discorre con Giordano Bruno. Il filosofo è alla ricerca della verità sull’universo, ma il suo pensiero visionario si fonda solo su intuizioni e ragionamenti astratti. Galileo ne condivide le tesi, ma pretende di dimostrarle scientificamente; perfezionato lo schema ottico di un cannocchiale olandese, dispone di un telescopio per effettuare esperimenti e misurazioni che sgombrino il campo dalle accuse di eresia.
Finalmente Galileo è pronto al dialogo con la Chiesa: grazie all’amicizia con papa Urbano VIII, ritiene che le sue prove oggettive porteranno il mondo ecclesiastico su posizioni moderne, distinguendo nella Bibbia i concetti attinenti la fede (che Galileo non contesta) dalle dottrine scientificamente errate, come il dogma del geocentrismo. Ma le verità nuove di Galileo si scontrano con l’ottusità e la prepotenza del clero: l’Inquisizione respinge le sue scoperte seppure scientificamente inconfutabili, Urbano VIII gli volta le spalle (negando l’approvazione ai Dialoghi senza nemmeno leggerli), tanto che per sottrarsi alla tortura Galileo è costretto a ritrattare le sue tesi.

Come rappresentare il dramma di un uomo solo
Per dare sostanza cinematografica a una storia imperniata sui dialoghi e in cui l’azione è ridotta al minimo, la regista usa con efficacia gli ambienti: proprio quelli più ampi (le sale vaticane, l’aula accademica, il tribunale) comunicano il senso di oppressione provato dal protagonista. Analogamente, le frequenti inquadrature dall’alto (nel corso del processo) e dal basso (durante l’esame dei giudici ecclesiastici) schiacciano penosamente il personaggio al cospetto dell’autorità pontificia, restituendone la frustrazione e l’impotenza. Lo spettatore è posto così di fronte a un Galileo ritratto via via in tutta la sua umana debolezza: l’intellettuale rigoroso ma ingenuo (per la convinzione che le evidenze scientifiche possano intaccare il conservatorismo della corte papale) viene umiliato dall’oscurantismo intollerante della Controriforma. La recitazione (a partire da quella dell’interprete principale, l’irlandese Cyril Cusack) è sempre contenuta e priva di slanci, e le musiche di Ennio Morricone rendono palpabile il clima d’inquietudine.

GALILEO

REGIA: Liliana Cavani 

SCENEGGIATURA: Tullio Pinelli, Liliana Cavani 

ATTORI PRINCIPALI: Cyril Cusack, Giulio Brogi, Georgi Kalojančev, Gigi Ballista, Paolo Graziosi, Lou Castel 

ANNO E PRODUZIONE: 1968, Italia/Bulgaria 

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento