T1 - Tutto è perduto (Ultime lettere di Jacopo Ortis)

Il primo Ottocento – L'autore: Ugo Foscolo

 T1 

Tutto è perduto

Ultime lettere di Jacopo Ortis, Parte prima


Dopo l’avviso Al lettore di Lorenzo Alderani, l’amico fittizio del protagonista che ne pubblica l’epistolario, il romanzo si apre con la prima lettera di Jacopo (datata 11 ottobre 1797), il quale, rifugiatosi sui colli Euganei per sottrarsi alle persecuzioni contro i patrioti veneziani, prevede la perdita della libertà di Venezia, sacrificata sull’altare delle convenienze politiche, come puntualmente avverrà pochi giorni dopo, in seguito al trattato di Campoformio.

Al lettore
Pubblicando queste lettere, io tento di erigere un monumento alla virtù sconosciuta;1
e di consecrare alla memoria del solo amico mio quelle lagrime, che ora
mi si vieta di spargere su la sua sepoltura. E tu, o Lettore, se uno non sei di coloro
che esigono dagli altri quell'eroismo di cui non sono eglino2 stessi capaci, darai,
5 spero, la tua compassione al giovine infelice dal quale potrai forse trarre esempio
e conforto.

Lorenzo Alderani

Da' colli Euganei, 11 Ottobre 1797
Il sacrificio della patria nostra3 è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne
verrà concessa,4 non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.
Il mio nome è nella lista di proscrizione,5 lo so: ma vuoi tu ch'io per salvarmi
da chi m'opprime mi commetta6 a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto
5 dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni,
e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica,7
dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese,8 posso ancora sperare
qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare,9 Lorenzo; quanti sono dunque
gli sventurati? E noi, purtroppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue
10 degl'italiani.10 Per me segua che può.11 Poiché ho disperato e della mia patria e di
me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non
cadrà fra le braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da'
pochi uomini, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno12 su la terra
de' miei padri.

 >> pag. 475 

      Dentro il testo

I contenuti tematici

La prefazione di Lorenzo Alderani, riassume il destino del protagonista anticipandone la tragica fine. La situazione rimanda in modo significativo al modello di Alfieri: anche qui, come nel dialogo alfieriano La virtù sconosciuta, la storia di un eroe sconosciuto diventa monito ed esempio per un popolo intero e una generazione sconfitta. Si parla di monumento (r. 1), quindi della costruzione di un edificio letterario alla memoria, simbolico ed emblematico, ma anche di conforto (r. 6), perché la triste storia di un giovane coraggioso e fiero può confortare, appunto, altri animi che aspirano alla libertà e alla lotta contro i soprusi.

Il romanzo si apre con un doppio addio: il congedo di Lorenzo dall'amico Jacopo e quello di Jacopo stesso dalle sue speranze. Con il trattato di Campoformio (che verrà ratificato sei giorni dopo la scrittura della lettera) Napoleone Bonaparte consegnava infatti all'Austria la Repubblica veneta, in cambio della Lombardia. Il protagonista della narrazione cede all'idea della morte. La sua prima lettera è firmata a ottobre, a differenza del maggio primaverile in cui si apre il romanzo I dolori del giovane Werther: mentre l'eroe goethiano si avvicinava gradualmente alla soluzione estrema, Ortis ha già deciso, piegato dal destino avverso. Tutte le vicende che seguiranno, fino al suicidio, non faranno che ritardare una scelta già compiuta nel momento stesso in cui egli capisce che la sua lotta è stata vana.

Le scelte stilistiche

La varietà di registri stilistici dell'opera si nota già nelle diverse intonazioni dell'avviso Al lettore di Lorenzo Alderani e della prima lettera di Jacopo. L'appello iniziale ha le caratteristiche di un'epigrafe antica, il suo stile è misurato, grave, anche enfatico ma composto.
La voce di Ortis risuona, invece, immediatamente riconoscibile, nel succedersi oratorio e febbrile dei brevi periodi: la scrittura è nervosa, la punteggiatura fitta, abbondano gli aggettivi possessivi e l'uso dei pronomi personali per rimarcare il coinvolgimento emotivo (nostra/e, mio/a; ci, mi, io, tu), il ritmo è incalzante, spezzato e concitato (Il sacrificio [...] è consumato; tutto è perduto; non ci resterà che, rr. 1-2); le idee si aggiungono l'una all'altra con sentenziosità, creando nel discorso un effetto di ridondanza, riprese e brusche interruzioni.

      Verso le competenze

COMPRENDERE

1 Per quale ragione Lorenzo Alderani ha deciso di pubblicare le lettere dell’amico?


2 Riassumi il contenuto della prima lettera di Jacopo in circa 5 righe.


3 Quali espressioni soprattutto conferiscono alla lettera il suo tono drammatico ed enfatico?

ANALIZZARE

4 Individua le allocuzioni dirette di Jacopo all’interlocutore.


5 Quali effetti ottengono i periodi brevi e asciutti scritti da Jacopo?


6 Il lessico è connotato in senso negativo. Individua i campi semantici prevalenti e indica, per ciascuno di essi, alcuni termini significativi.

INTERPRETARE

7 Quale significato si può attribuire al continuo passaggio dalla prima persona singolare alla prima plurale?


8 Nello stile della prima lettera si manifestano già alcuni tratti dell’indole e della psicologia di Jacopo. Indica quali, facendo opportuni riferimenti al testo. 

PRODURRE

La tua esperienza

9 Adottando uno stile il più possibile vicino a quello foscoliano, scrivi una lettera di circa 20 righe a un amico su una questione di ordine civile, politico o di attualità che ti sta particolarmente a cuore.


I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 2
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Dal Seicento al primo Ottocento