Un genio malinconico
Ci si può fare un'idea della personalità di Goldoni attraverso un'attenta lettura dei Mémoires, dell'epistolario e delle prefazioni alle commedie (le Memorie italiane), cercando, nella natura inevitabilmente soggettiva di tali fonti, gli indizi di una realtà spesso mascherata dall'autore.
Le inquietudini di un borghese insoddisfatto
Goldoni eredita dal nonno e dal padre una certa svagatezza, la prodigalità, la passione per il teatro e la propensione ai frequenti spostamenti, dettati non solo dalla necessità di seguire le rappresentazioni degli spettacoli, ma anche da un'inquietudine interiore, che genera l'esigenza di cambiare spesso ambiente.
Al tempo stesso, egli sa assumersi responsabilità e impegni, dimostrandosi competente e abile nell'esercitare l'avvocatura e negli incarichi ricoperti in vari ambiti. Non gli mancano il senso pratico e la caparbietà tipicamente borghesi, con cui affronta le sfide dei teatri rivali; e nemmeno l'autoironia: nei Mémoires, per esempio, racconta di aver suscitato imbarazzo per essersi dimenticato di baciare la «sacra pantofola» al papa nel congedarsi dopo l'udienza.
Il genio turbato dalle ansie
Le vicende alterne che segnano la sua esistenza sono affrontate dallo scrittore con un profondo coinvolgimento emotivo, alla ricerca di un difficile equilibrio psicologico. Egli soffre di periodiche crisi di ipocondria, e anche gli amori sono spesso fonte di ansie e tribolazioni. In questa situazione, la moglie rappresenta un punto di riferimento sicuro per un uomo inappagato e in cerca di una serenità che non raggiungerà mai definitivamente.