Il Trecento – L'autore: Giovanni Boccaccio

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FORTUNA

Boccaccio considera la fortuna una delle tre forze (le altre sono l’amore e l’intelligenza) che muovono il mondo e determinano i destini.

Il suo concetto di fortuna è laico, perché, per quanto la consideri, come il puro caso, una forza incontrollabile dall’uomo, ottimisticamente pensa che le sue azioni negative possano essere almeno in parte contrastate dall’intelligenza.

AMORE

Boccaccio supera la concezione idealizzata dell’amore, tipica della tradizione culturale e letteraria cortese e dello stilnovismo, grazie al suo realismo psicologico e alla concretezza, anche di linguaggio, con cui osserva e descrive questo sentimento. Egli sostiene una nuova visione laica ed edonistica dell’amore, in polemica con lo spiritualismo, l’ascetismo medievale e l’ipocrisia della morale religiosa.

L’amore inteso come esperienza umana e terrena, come libero piacere dei sensi, da accettare e difendere anche nelle sue manifestazioni più fisiche e carnali, in nome dei “diritti della natura”, verrà ampiamente illustrato nelle 100 novelle del Decameron, dove anche la sessualità, tanto quanto i sentimenti e le emozioni, è considerata una realtà naturale, che è istintivo vivere e lecito raccontare.

INTELLIGENZA

Altra forza che muove il mondo secondo Boccaccio è l’intelligenza. Egli la chiama “ingegno” e “industria”, e la rappresenta in personaggi di ogni tipo ed estrazione sociale come capacità di comprensione della realtà, di adeguamento alle diverse situazioni della vita, perfino come astuzia e scaltrezza, vincente su dabbenaggine e stupidità.

Quale forma particolarmente intrigante di intelligenza Boccaccio celebra in special modo la prontezza di spirito e di parola.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 1
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 1
Dalle origini al Cinquecento