L’amore come sentimento terreno

Il Trecento – L'autore: Giovanni Boccaccio

L’amore come sentimento terreno

Gli anni napoletani sono per Boccaccio il periodo dell'esperienza della vita di corte e, insieme, di una concezione dell'amore legata a un'immagine idealizzata di questo sentimento, vissuto sulla base della lunga tradizione culturale e letteraria che andava dal trattato De amore di Andrea Cappellano ( Documento 5, p. 39) alla lirica erotica in lingua d'oc e al romanzo cavalleresco in lingua d'oïl del ciclo bretone (in particolare Chrétien de Troyes e la storia di Tristano e Isotta, p. 69). 

Nell'Elegia di Madonna Fiammetta, mettendo a frutto tali letture, lo scrittore immagina che la nobildonna napoletana Fiammetta scriva una lunga lettera alle donne innamorate. In essa ripercorre le tappe salienti della propria relazione extraconiugale con il mercante fiorentino Panfilo: la nascita improvvisa della passione, gli incontri clandestini, la disperazione quando Panfilo, costretto a rientrare a Firenze, non mantiene l'impegno di tornare a Napoli, fino a un tentativo di suicidio.
Tuttavia Boccaccio riadatta i modelli di quella tradizione a un nuovo modo di intendere l'amore, attento alla propria esperienza personale. In tal senso si può affermare che il personaggio di Fiammetta rappresenta una proiezione letteraria del vissuto sentimentale dell'autore. Assistiamo qui al superamento dei rigidi stilemi dell'amore cortese e stilnovistico, nella direzione di una maggiore concretezza e di un più credibile realismo psicologico.
La concezione dell'amore presentata da Boccaccio – nell'Elegia di Madonna Fiammetta, ma anche e soprattutto nel Decameronè di assoluta novità. Lo scrittore infatti parla sempre dell'amore come di un'esperienza pienamente umana e terrena, sviluppando, nella trattazione di questo argomento, anche gli aspetti più concreti della passione: l'attrazione fisica, la dimensione sessuale, la naturalità del richiamo dei sensi.
In diverse novelle del Decameron, in particolare, egli difende i "diritti della natura", polemizzando apertamente con quell'ideale ascetico, tipicamente medievale, che vedeva nella rinuncia, nell'astinenza e nella castità la via più certa alla salvezza dell'anima. 

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 1
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Dalle origini al Cinquecento