Gli ultimi viaggi e la dimora di Arquà

Il Trecento – L'autore: Francesco Petrarca

Gli ultimi viaggi e la dimora di Arquà

Nel 1353 Francesco si trasferisce a Milano, accogliendo l’invito del vescovo Giovanni Visconti, e qui risiederà fino al 1361. Invano papa Clemente VI gli chiede di rimanere ad Avignone come suo segretario, promettendogli una futura nomina a vescovo; Petrarca declina l’offerta, abbandona per sempre la Francia e si trasferisce in Italia.
Dal 1361 al 1370 il poeta è nuovamente tra Padova e Venezia.

Nel 1370 Petrarca si stabilisce definitivamente ad Arquà, sui Colli Euganei, dove trascorre gli ultimi anni dedicandosi allo studio, alla lettura e alla scrittura. Una lettera testimonia il dramma della vecchiaia e della malattia, il bisogno dell’aiuto materiale altrui: «Iddio mi è testimone che senza l’aiuto di amici o di servi che mi sorreggano, io non potrei, se non volando, andare da casa mia alla chiesa vicina». Petrarca deve servirsi di un segretario a cui dettare, poiché non è più in grado di scrivere di suo pugno.
Il poeta muore ad Arquà nel 1374, alla vigilia dei suoi settant’anni, accudito dalla figlia Francesca.

il carattere

Una personalità mutevole e complessa

Il ritratto di Petrarca appare assai complesso, ed è proprio in tale complessità che risiede una delle ragioni principali della sua modernità.
Petrarca ha una personalità tormentata, avverte spesso la necessità di risiedere in luoghi diversi, lasciare le attività intraprese per dedicarsi a nuove sfide, grazie a una mente fervida e curiosa.
Si può dire che il poeta sia guidato da molte passioni: l’amore sensuale (le donne reali), quello platonico (Laura), quello spirituale (Dio), ma soprattutto l’amore per i libri e per lo studio.

Le contraddizioni di un uomo irrisolto
Del resto, la sua stessa indole è ricca di contraddizioni: il saggio che aspira all’equilibrio e al dominio delle passioni si rivela invece destabilizzato dalle inquietudini, afflitto dall’indolenza e dall’insoddisfazione (ciò che egli definisce “accidia”) e ossessionato dal tempo che scorre e dalla morte che si avvicina.
Petrarca ama la tranquillità, tanto da vagheggiare di seguire le orme del fratello Gherardo, diventando anch’egli monaco di clausura, ma allo stesso tempo non disdegna la gloria mondana e cerca l’amicizia di re e potenti.
Il poeta desidera percorrere la via dell’umiltà ma vuole ottenere, attraverso l’attività letteraria, fama presso i contemporanei e i posteri: si pensi all’ambita incoronazione poetica in Campidoglio. Detesta l’ambiente cittadino e quello cortigiano, eppure in solitudine trascorre poco più di quindici anni.
Dal punto di vista politico è sostenitore dell’istituzione imperiale, però simpatizza per il tentativo repubblicano di Cola di Rienzo, sperando così di vedere Roma riprendere il suo ruolo internazionale, mentre nell’Italia vede un’entità spiritualmente e culturalmente viva, che chiama “patria”, e critica duramente le lotte fratricide tra i diversi Stati italiani, che rischiano solo di lasciarla preda degli appetiti stranieri. È fustigatore della degenerazione della Chiesa cattolica, eppure è amico di papi e cardinali.

Un uomo che non vuole passare inosservato
Quanto al suo modo di rapportarsi con gli altri, sappiamo che ambiva a piacere. In una lettera scritta a un amico all’età di quarantotto anni, rievocando il tempo della giovinezza, ricorda: «Che dirò dei miei abiti, dei miei calzari? Tutto è cambiato; non uso più quel mio modo di vestire, e dico mio perché raramente altri l’usano, per il quale, salva l’onestà e il decoro, mi piaceva di distinguermi dai miei pari» (Familiares, XIII, 8). Emerge da queste parole un personaggio cui stava a cuore presentarsi vestito in maniera elegante e raffinata, attento quindi alla propria immagine pubblica.

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I viaggi di Petrarca

1. Arezzo
Vi nasce nel 1304 e vi resta fino al 1312. Qui nasce anche il fratello Gherardo.
2. Carpentras
Nel 1312 la famiglia si trasferisce qui. Petrarca vi compie i primi studi di grammatica, retorica e dialettica.
3. Montepellier
Qui studia legge fino al 1320.
4. Bologna
Si trasferisce qui nel 1320 per completare gli studi giuridici, però sta già maturando gli interessi letterari.
5. Avignone
Vi si trasferisce nel 1326, alla morte del padre. Il 6 aprile 1327 vi incontra Laura. Risiede qui, fra un viaggio e l’altro, fino al 1347.
6. Roma
Vi giunge per la prima volta nel 1337. Nel 1341 vi è incoronato poeta.
7. Valchiusa
È il suo rifugio e luogo privilegiato di creazione letteraria.
8. Parma
Si ferma qui nel 1347, interrompendo il viaggio verso Roma, durante la sfortunata impresa di Cola di Rienzo.
9. Firenze
Vi giunge nel 1350 e incontra Giovanni Boccaccio, col quale stringerà una profonda amicizia.
10. Milano
Risiede presso i Visconti dal 1353 al 1361.
11. Padova – Venezia
Vive tra queste due città dal 1361 al 1370.
12. Arquà
Questa è la sua ultima residenza. Vi trascorre gli anni della vecchiaia e qui muore nel 1374.

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 1
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Dalle origini al Cinquecento