Il poeta non dimenticherà la propria partecipazione alla corrente stilnovista neppure quando, anni dopo, scriverà la Divina Commedia: Cavalcanti verrà ricordato nel canto X dell’Inferno e Casella nel canto II del Purgatorio.
Ma anche altri passi del poema – come l’episodio di Paolo e Francesca, nel canto V dell’Inferno, e i dialoghi con Bonagiunta
Orbicciani (Purgatorio, XXIV) e Guido Guinizzelli (Purgatorio, XXVI) – testimoniano il grande rilievo che l’autore attribuisce a quelle esperienze giovanili: sia la tragica vicenda dei due amanti, che suscita in Dante pietà e commozione, sia la partecipazione emotiva dell’autore nel colloquio con i due poeti, con i quali mette a fuoco il senso della propria carriera letteraria, rivendicando l’originalità delle soluzioni adottate, sono l’espressione del tormento con cui Dante ha attraversato, superandola, l’avventura dello Stilnovo.