INTRECCI arte - L’infinito tra arte e scienza

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L’infinito tra arte e scienza

Dall’antichità ai giorni nostri, l’uomo ha sempre cercato di misurare lo spazio e i suoi limiti e al tempo stesso si è confrontato con il concetto di infinito: l’infinita grandezza della divinità, lo spazio sconfinato della natura, la dilatazione del tempo.

Il Gotico proiettato verso l’Infinito “divino”

Se per il mondo classico e la filosofia greca, ciò che è infinito non è misurabile e quindi è imperfetto, il mondo medievale esplora il valore positivo dell’infinita grandezza, che suggerisce l’immensa potenza di Dio. La cattedrale, l’edificio simbolo dell’arte gotica, si sviluppa soprattutto in verticale e sembra estendersi senza fine. La luce che filtra dalle grandi finestre crea uno spazio in cui il fedele diventa minuscolo: è in rapporto con le dimensioni sconfinate della cattedrale che l’uomo può percepire la grandezza di Dio. Nello stesso tempo, lo spazio dilatato e verticale sembra proiettare i fedeli verso l’alto e, in questo modo, avvicinare l’uomo al divino: lo spazio è percorso e illuminato dalla luce multicolore che filtra dalle vetrate, con un effetto simbolico di grande suggestione.

Natura romantica e fusione dell’uomo con lo spazio infinito

Molto diversa è la prospettiva con cui l’uomo romantico affronta il tema dell’infinito: nel celebre dipinto Monaco davanti al mare del pittore tedesco Caspar David Friedrich (1774-1840), un uomo, minuscolo e di profilo, vestito con un lungo abito scuro, tradizionalmente identificato con un monaco, osserva il mare in tempesta che si confonde con il cielo burrascoso. Quasi indistinguibile a prima vista, egli finisce per fondersi con lo spazio infinito che lo circonda: la duna sabbiosa, la distesa dell’acqua, il cielo cupo, tutta la natura sembra avvolgerlo e sopraffarlo.

La scienza e la sua eterna replica

Non sempre però l’infinito riduce l’uomo a un punto minuscolo: affascinato dal mondo della logica matematica, l’artista e incisore olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972) costruisce raffigurazioni impossibili dello spazio e geometrie paradossali dell’assurdo. In Salita e discesa due file di persone ordinatamente salgono e al tempo stesso scendono da una scala che solo apparentemente disegna una traiettoria, ma in realtà continua all’infinito, una costruzione impossibile da realizzare nella realtà, che lascia lo spettatore perplesso e sottilmente inquieto.

Anche la natura, del resto, produce oggetti che sembrano replicarsi all’infinito: i frattali sono oggetti geometrici che si ripetono nella loro forma in modo identico ma su scale diverse e ogni loro dettaglio, ingrandito, è simile all’originale, in un’infinita riproposizione del modello. Dalla forma del broccolo romano ai cristalli di rocca o ai fiocchi di neve fino all’insieme di Mandelbrot, studiato da un matematico polacco negli anni Ottanta del Novecento, i frattali e la loro rappresentazione grafica non cessano di stupire e affascinare con la loro regolarissima eppure complessa geometria.

Volti e luoghi della letteratura - Giacomo Leopardi
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