T15 - Cigola la carrucola del pozzo

T15

Cigola la carrucola del pozzo

In questa poesia, inclusa nella sezione Ossi di seppia, Montale introduce la dimensione della memoria, che non consola, anzi reca dolore. Un ricordo affiora nella mente, come il secchio d’acqua emerge da un pozzo profondo. Ma non è possibile sfuggire all’azione devastatrice del tempo e recuperare la distanza che separa dal passato.


Metro 9 endecasillabi, con rime irregolari (restano irrelati il v. 1 e il v. 5). Il v. 7 è spezzato, diviso in due emistichi.

Cigola la carrucola del pozzo,

l’acqua sale alla luce e vi si fonde.

Trema un ricordo nel ricolmo secchio,

nel puro cerchio un’immagine ride.

5      Accosto il volto a evanescenti labbri:

si deforma il passato, si fa vecchio,

appartiene ad un altro...

                                               Ah che già stride

la ruota, ti ridona all’atro fondo,

visione, una distanza ci divide.

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

La poesia si basa sul legame simbolico che associa la memoria al pozzo, e il ricordo al secchio pieno d’acqua che vi attinge. Pensare di sottrarsi al «male di vivere» volgendo lo sguardo indietro si rivela un’illusione, espressa tramite un correlativo oggettivo. Nel puro cerchio (v. 4) del secchio appare l’immagine sorridente e tremula della persona amata, che però svanisce in un istante e ci fa scoprire diversi, estranei a noi stessi: si deforma il passato, si fa vecchio, / appartiene ad un altro (vv. 6-7). All’iniziale movimento di risalita corrisponde la fulminea discesa del secchio (Ah che già stride / la ruota, vv. 7-8), sulla quale la lirica si conclude.

Montale costruisce un racconto lineare, scandito dai movimenti verticali della catena, che innescano complessi significati simbolici. Il componimento ruota intorno al v. 5, che separa la quartina della speranza (vv. 1-4), in cui il secchio sale, dalla quartina del disinganno (vv. 6-9), in cui il secchio scende. In entrambe appare in primo piano l’oggetto (il secchio), mentre non si fa menzione di presenza umana. Quale forza spinge in alto e in basso la catena a cui è agganciato il secchio? Il suo moto pare indipendente dalla volontà del poeta, che si affaccia soltanto nel punto di snodo, per tentare un approccio con il volto caro riemerso dal buio: Accosto il volto a evanescenti labbri (v. 5). Ma la comunione risulta impossibile a causa dello scorrere irrimediabile del tempo, che rende irrecuperabile il passato. Il secchio torna a immergersi nel pozzo.

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La scena, tutta giocata sul contrasto fra luce e ombra, chiama in causa fondamentali archetipi della cultura occidentale. Alcuni critici si sono spinti a rammentare il mito di Narciso, che accosta le labbra al proprio volto rispecchiato sulla superficie di uno stagno. Ma ancora più calzante appare il riferimento alla tragica vicenda di Orfeo che, nel momento in cui si volge indietro per guardare Euridice, immediatamente la vede svanire nelle tenebre.

Non mancano però neppure i riferimenti all’onnipresente d’Annunzio, troppo scoperti per essere casuali, ma qui non al d’Annunzio di Alcyone, bensì a quello del Notturno: «Odo stridere la carrucola del pozzo. Il passato mi piomba addosso col rombo delle valanghe».

Le scelte stilistiche

Il componimento presenta una trama fonica elaboratissima. In apertura le due parole sdrucciole dal suono stridulo (cigola e carrucola) suggeriscono in modo efficace lo sforzo con cui il secchio risale dal pozzo e il ricordo dalle profondità della memoria. Proseguendo nella lettura si osserva il parallelismo sintattico che regola i primi quattro versi, equamente spartiti in due periodi, a loro volta divisi a metà dalla virgola che separa due coordinate. Nel secondo caso, ai vv. 3-4, il periodo si ordina in un chiasmo* perfetto, poiché la seconda frase inverte la sequenza verbo + soggetto + complemento di luogo della prima: Trema un ricordo nel ricolmo secchio, / nel puro cerchio un’immagine ride; va notata inoltre la paronomasia ricordo : ricolmo. Tra secchio e cerchio si ha infine una rima interna imperfetta.

Anche la seconda parte del componimento è suddivisa dal punto di vista sintattico esattamente in due parti. Il verso “a gradino” separa infatti due periodi delle medesime dimensioni, evidenziando la distanza percepita dal poeta rispetto al proprio ricordo. La rima stride : divide riprende la precedente ride, impostando un anticlimax* che accompagna il precipitare del passato nell’oblio.

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 Chiarisci il significato dei vv. 3-4.


2 Che cosa significa l’espressione evanescenti labbri (v. 5)?

Analizzare

3 L’espressione Cigola la carrucola ha una valenza onomatopeica. Perché?


4 Individua i verbi presenti nel componimento e precisane il senso e le funzioni.

Interpretare

5 Quale significato simbolico riveste il pozzo?


6 Fino a che punto si può ritenere calzante il riferimento al mito di Orfeo?


7 In quale rapporto stanno oggetti e figure umane?

Produrre

8 Scrivere per argomentare. Si deforma il passato, si fa vecchio, / appartiene ad un altro… (vv. 6-7). Il tempo trascorso modifica i ricordi? Basandoti sulle tue esperienze personali, proponi delle riflessioni in un testo argomentativo di circa 30 righe.

Dibattito in classe

9 Quale ruolo e funzione vengono attribuite dal poeta alla memoria? Con quali altri testi che conosci puoi confrontare questa poesia? Discutine con i compagni.

Volti e luoghi della letteratura - volume 3B
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