Cronache dal passato - 23 ottobre 1975: l’annuncio del premio Nobel

CRONACHE dal PASSATO

  23 ottobre 1975: l’annuncio del premio Nobel

«... nella vita trionfano gli imbecilli. Lo sono anch’io?»


Eugenio Montale era entrato più volte senza esito nella rosa dei favoriti ma preferito a concorrenti come Simone de Beauvoir, Saul Bellow, Graham Greene, Jorge Luis Borges

Un annuncio inatteso

Il 23 ottobre 1975 Montale sta conversando tranquillamente con amici nel suo appartamento milanese di via Bigli. Squilla il telefono. Dopo aver parlato per qualche minuto in francese con l’ambasciatore della Svezia, torna alla poltrona e si accende l’immancabile sigaretta. La mano però trema un poco. «Che cosa vi aspettate, ora?», esclama con la consueta ironia. «Che dica cose solenni, immagino. Ma mi viene invece un dubbio: nella vita trionfano gli imbecilli. Lo sono anch’io?».

La cerimonia e il discorso

In una gelida e luminosa Stoccolma, il 10 dicembre, Montale ascolta il discorso in suo onore del critico e poe­ta Anders Österling, il quale sottolinea il fascino scontroso di versi che ricevono il loro carattere «dal severo profilo del paesaggio della costa ligure, con un mare tempestoso che si abbatte contro i bastioni di rocce scoscese». Poi è il turno del vecchio poeta, che legge un discorso dal titolo È ancora possibile la poesia?, nel quale nega che i versi siano assimilabili a una merce, trattandosi di un «prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo», un prodotto comunque destinato a sopravvivere anche nel mare tempestoso della società di massa, chissà come, chissà per chi: «L’arte è sempre per tutti e per nessuno». Le vie della poesia sono infinite. E imprevedibili.

Le opere

 Le principali raccolte

Ossi di seppia ▶ T9-T17

La raccolta poetica d’esordio, pubblicata per la prima volta nel 1925, sarà analizzata nella seconda parte dell’Unità ( p. 208).

Le occasioni ▶ T2, T4, T6-T7

La struttura La seconda raccolta di Montale, composta di 50 poesie, esce nel 1939 pubblicata da Einaudi, che l’anno successivo la ripropone in una versione accresciuta di quattro liriche. I testi, scritti fra il 1926 e il 1940, si dispongono in 4 sezioni: la prima alterna richiami a varie figure femminili e immagini di viaggio; la seconda, Mottetti, si compone di testi brevi, incentrati sulla lontananza della donna amata e sull’attesa del suo ritorno; la terza è costituita da un poemetto in tre parti, Tempi di Bellosguardo, dove il rifugio nella letteratura, intesa come presidio di civiltà contro la barbarie dilagante, appare sempre più fragile dinanzi alle minacce della Storia; nell’ultima sezione la tensione tocca il culmine e la donna assume le valenze simboliche di un angelo redentore.

 >> pagina 179 

Temi e scenari Il paesaggio ligure, centrale nella raccolta Ossi di seppia, cede il posto nelle Occasioni a una pluralità di scenari, europei (Parigi, l’Austria, l’Inghilterra) e italiani, toscani in particolare (in questo periodo il poeta abita a Firenze): Lucca, Siena, il Monte Amiata, oltre a Firenze e alle campagne circostanti. Il rapporto fra l’io e la natura appare, nel complesso, meno essenziale rispetto alla prima opera, mentre il tema fondamentale qui consiste in una sorta di dialettica tra salvezza e dannazione, in cui, come in Dante, la mediazione della donna amata assume un ruolo decisivo. La prospettiva resta comunque laica, privata, improntata a un fondo di pessimismo amaro.

Montale recupera il modulo classico della lirica amorosa rivolgendosi a una donna assente. Compaiono nei testi varie figure femminili, dai contorni enigmatici, in cui il poeta ripone le proprie speranze mentre intorno tutto sembra crollare: da Dora Markus, distante dal mondo ma evocata come un nume tutelare, a Irma Brandeis, interlocutrice salvifica nell’insensatezza dell’esistenza. Sono loro a veicolare le «occasioni», momenti privilegiati che interrompono la banalità della vita quotidiana e si riflettono in oggetti dal fortissimo valore simbolico, che il lettore è chiamato a riconoscere.

Lo stile L’estrema asciuttezza dei testi e la volontaria rinuncia a fornire le chiavi biografiche per comprendere i componimenti rendono Le occasioni un libro complesso, tanto sul versante del lessico (nel quale abbondano termini aulici e rari) quanto su quello della sintassi (caratterizzata da frequenti interrogative, ellissi e accumulazioni).
La bufera e altro  T3, T5

La struttura La bufera e altro esce nel 1956 presso l’editore Neri Pozza e viene ristampata l’anno successivo da Mondadori. La raccolta si compone di 58 poesie, scritte fra il 1939 e il 1956 e disposte in 7 sezioni: Finisterre (già pubblicata nel 1943 in Svizzera), Dopo, Intermezzo, Flashes e dediche, Silvae, Madrigali privati, Conclusioni provvisorie. Per la prima volta Montale sceglie di disporre i componimenti in ordine di composizione (sia pure con diverse eccezioni). Ciò favorisce il riconoscimento di una progressione narrativa: non a caso l’autore in origine aveva pensato al titolo Romanzo, prima di orientarsi su un rimando alla «bufera» della guerra.

Gli argomenti Il pessimismo, che diventa sgomento dinanzi agli orrori bellici e ai lutti personali, trova di nuovo un argine in una figura femminile, ispirata a Irma Brandeis, ora chiamata Clizia. Essa nell’arco della raccolta conosce un’evoluzione, che la sublima in «visiting angel», cioè angelo visitatore ( p. 200), chiamato a portare la luce in una realtà travagliata. Per una breve fase, che coincide con il periodo di impegno politico seguito alla Liberazione, il poeta spera che i valori da lei incarnati (la poesia, la cultura, la civiltà umanistica) possano costituire una guida per tutti gli uomini. Presto tuttavia l’illusione cade e il mito torna ad assumere un carattere puramente personale, proiettato in interni bui e claustrofobici, che nelle ultime poesie assumono un’evidenza preponderante.

Fatti salvi alcuni momenti legati al tema del viaggio, dall’Europa al Medio Oriente, sui paesaggi si proietta un’ombra infernale e funebre. Si affollano i ricordi dei familiari perduti, le preoccupazioni per chi rimane, la delusione verso il contesto politico e sociale del dopoguerra. Tuttavia la poesia, come l’anguilla celebrata in una lirica, può sopravvivere anche nascosta, nel fango di una realtà inospitale. E l’amore può conoscere declinazioni più concrete, come testimoniano i versi dedicati a un’altra donna, la Volpe (la poe­tessa Maria Luisa Spaziani).

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Lo stile La bufera e altro è la raccolta più oscura di Montale. La pressione di una realtà minacciosa condensa gli oggetti in simboli difficili da decodificare. Le scelte stilistiche e metriche esplorano direzioni differenti, aprendosi a soluzioni plurilinguistiche, che accolgono anche espressioni prosastiche e termini colloquiali. Rimane tuttavia sempre accurato il sistema di rimandi fonici e frequente il ricorso alle figure retoriche, che mantengono il registro quasi sempre su toni alti.

Satura ▶ T8

Ironia e dissacrazione «Una poesia che apparentemente tende alla prosa e nello stesso tempo la rifiuta»: così Montale definisce il suo quarto libro, Satura. Pubblicato da Mondadori nel 1971, esso raccoglie le poesie scritte fra il 1962 e il 1970, caratterizzate da un forte abbassamento di tono, che diventa ora più prosastico e colloquiale: «i primi tre libri sono scritti in frac, gli altri in pigiama, o diciamo in abito da passeggio». Dopo molti anni, in cui i versi erano stati soppiantati dagli articoli di giornale, la scomparsa della moglie Drusilla (1963) induce Montale a rompere il silenzio per comporre due serie di Xenia. Il termine, ripreso dal poeta latino Marziale, ha letteralmente il significato di “doni offerti a qualcuno che si è avuto come ospite”: qui i doni sono le poesie stesse, destinate alla donna, la Mosca, che è stata ospite della vita dell’autore. Essa vi appare non più quale angelo lontano (come era Clizia), bensì come una figura concreta, fragile eppure piena di una sua ironica saggezza.

Ascendenza latina ha pure il titolo delle altre due sezioni che compongono la raccolta, Satura I e II. Il vocabolo fa riferimento appunto al genere letterario della satura latina, caratterizzato dalla molteplicità e varietà dei temi affrontati. I testi montaliani sono percorsi da lampi di ironia, scetticismo e da un’acuta antipatia per le dinamiche della società di massa. Anche lo stile si adegua al nuovo corso: la lingua accoglie termini delle cronache e del linguaggio quotidiano, la sintassi si semplifica, le rime si diradano, la metrica tende a non seguire forme canoniche.

 >> pagina 181

 Le ultime raccolte

Le raccolte successive – Diario del ’71 e del ’72 (1973), Quaderno di quattro anni (1977), Altri versi (nell’edizione critica L’opera in versi, 1980) – procedono nella stessa direzione di Satura, accentuando la vena sentenziosa, il sarcasmo e l’amarezza verso una realtà degradata e incomprensibile. L’assedio dei ricordi si fa sempre più stretto, generando numerosi componimenti incentrati sul motivo della memoria. Dopo la scomparsa del poeta è stato dato alle stampe da Annalisa Cima un Diario postumo, la cui autenticità, tuttora oggetto di dibattito fra gli studiosi, è però molto probabilmente da escludere.

La vita

 

Le opere

Nasce a Genova

1896

 

Si diploma ragioniere

1915

 

Viene arruolato nell’esercito e successivamente inviato sul fronte trentino

1917-1918

 

Collabora con poesie e articoli alle riviste “Primo Tempo” e “Il Convegno”

1922-1925

 Omaggio a Italo Svevo sulla rivista “L’Esame” 1925 Ossi di seppia

Si trasferisce a Firenze, dove si impiega presso l’editore Bemporad

1927

 

Assume la direzione del Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux di Firenze

1929

  1932 La casa dei doganieri e altri versi

Conosce Irma Brandeis

1933

 

Va ad abitare con Drusilla Tanzi, detta la Mosca

1939

Le occasioni

  1943 Finisterre

Breve periodo di impegno politico: nel 1945 è tra i fondatori del quindicinale “Il Mondo”

1944-1946

 

Insieme alla Mosca va a vivere a Milano

Lavora come redattore al “Corriere della Sera”

1948

 

Assume l’incarico di critico musicale per il “Corriere d’Informazione”

1954


  1956 La bufera e altro

Sposa Drusilla Tanzi

1962

 

Muore Drusilla Tanzi

1963

 

È nominato senatore a vita

1967



  1971 Satura
  1973 Diario del ’71 e del ’72

Riceve il premio Nobel per la letteratura

1975


  1977 Quaderno di quattro anni

Muore a Milano

1981

 

Volti e luoghi della letteratura - volume 3B
Volti e luoghi della letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi