L’autore

Gabriele d’Annunzio

Colui il quale molto ha sofferto è men sapiente di colui il quale molto ha gioito

(Il fuoco)

Un esteta dedito allo scandalo? Un retore con manie di grandezza? Un nazionalista che ha regalato al fascismo slogan e parole d’ordine? Il mito negativo di un d’Annunzio “cattivo maestro” ha avuto per decenni una fortuna incontrastata, come se la responsabilità delle più tragiche avventure dell’Italia novecentesca, dalla Grande guerra alla dittatura, fosse da addebitare a lui: allo scomodo artista, cioè, che aveva conquistato quasi un intero popolo, soggiogato dalle sue gesta eclatanti e dalla sua vicenda «inimitabile», privata e letteraria, sempre spettacolarizzata grazie a uno spregiudicato sfruttamento dei mezzi di comunicazione di massa.

Da tutto ciò emerge, potente, la figura di un poeta e di uno scrittore che ha lasciato in eredità a generazioni di italiani una grande lezione di stile. Le pagine e i versi di d’Annunzio, che intrecciano sapientemente tradizione e modernità, restano tuttora uno straordinario esempio delle potenzialità creatrici della parola.

Volti e luoghi della letteratura - volume 3A
Volti e luoghi della letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento