La struttura Il poema comprende tre inni in endecasillabi sciolti, dedicati ad altrettante divinità: Venere, Vesta e Pallade.
Nel primo inno, il cui nume tutelare è Venere, dea della bellezza, della natura e dell’amore, si narra la nascita delle Grazie dal mar Ionio. Esse sono benefattrici dei mortali che indirizzano al culto delle arti: salvano gli uomini dalla brutalità degli istinti e infondono nelle loro menti lo spirito dell’Armonia.
Nel secondo inno, dedicato a Vesta, dea del focolare domestico, si celebra un rito in onore delle Grazie. Il poeta invita sul colle fiorentino di Bellosguardo tre sacerdotesse, tre donne che egli ha amato: Eleonora Nencini, Cornelia Rossi Martinetti e Maddalena Bignami. Ognuna di esse incarna simbolicamente i doni che le tre divinità hanno portato agli umani: la musica, la poesia, la danza.
Il terzo inno è il più celebre e racconta di come Pallade, dea della sapienza, per proteggere le Grazie dalle insidie di Amore e dalle offese della guerra, le ricopra con un velo incantato, che raffigura i valori più alti della vita sociale, dall’amore coniugale a quello materno, dalla pietà all’ospitalità.