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I SAPERI fondamentali

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vocazione tragicA

La vocazione tragica di Alfieri, il suo individualismo elitario e il suo titanismo trovano un rispecchiamento nella complessità psicologica dei suoi personaggi, eroi lacerati ma irriducibili ed estremi. La scelta di dedicarsi alla tragedia ha infatti le sue radici nel temperamento stesso dello scrittore, nella sua concezione mitica ed eroica della vita.

libertÀ

Il bisogno di libertà da qualsiasi vincolo e condizionamento si esprime in Alfieri nel rifiuto di ogni costrizione, morale e politica, che minaccia di ingabbiare la personalità degli esseri umani e di inibirne desideri e impulsi. Lo scrittore non mette in dubbio la legittimità del principio di autorità, ma è insofferente, per indole, ai confini che esso impone. Spesso la libertà va cercata all’interno di sé stessi, lottando eroicamente contro le proprie debolezze e i limiti rappresentati da egoismo, ipocrisia, viltà, slealtà.

INTROspezione

Alfieri supera il razionalismo settecentesco per dedicarsi a una letteratura soggettiva, che pone al centro sentimenti, moti dell’animo, aspirazioni, desideri e frustrazioni dell’individuo. Si spiega così la predilezione, nelle sue tragedie, per protagonisti dalla personalità complessa e contraddittoria di cui analizza le emozioni con grande introspezione psicologica. Questi aspetti esistenziali e psicologici costituiscono un elemento di novità della sua opera, che fanno parlare di lui come di un preromantico.

Volti e luoghi della letteratura - volume 2
Volti e luoghi della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento