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ROMANZI CAVALLERESCHI

I romanzi cavallereschi sono il principale bersaglio polemico del Don Chisciotte. Cervantes critica la loro eccessiva diffusione e soprattutto il fatto che incarnino gli ideali di un mondo che ormai non esiste più. La passione e l’ossessione del protagonista per le gesta eroiche di valorosi cavalieri è infatti il risultato di questa moda letteraria, che allontana sempre di più la letteratura (e il protagonista) dalla realtà e dal contesto storico in cui nasce e si sviluppa.

PARODIA

Nell’opera la parodia è presente a diversi livelli: letterario, perché il romanzo è una parodia dei romanzi cavallereschi; tematico, attraverso la figura di don Chisciotte, che con i suoi comportamenti fuori luogo e fuori tempo imita le gesta di eroici cavalieri in un contesto invece quotidiano; stilistico, perché don Chisciotte si esprime con un linguaggio non adatto all’epoca in cui vive, ma altisonante e pieno di enfasi. Infine essa offre uno spunto di riflessione sulla caduta delle illusioni e sul disinganno nel momento in cui la letteratura lascia il posto alla realtà.

METAROMANZO

Nel Don Chisciotte l’autore interviene spesso durante la narrazione per rendere partecipe il lettore dei meccanismi letterari dell’opera, della sua struttura e delle sue possibilità. Il romanzo, pertanto, parla di sé stesso in quanto opera letteraria. Non solo, nella seconda parte i personaggi fanno riferimento all’esistenza di altre due opere che narrano le loro imprese, una delle quali è proprio lo stesso romanzo di Cervantes in cui si muovono come personaggi, provocando così nel lettore un senso di sfasamento tra letteratura e realtà.

Volti e luoghi della letteratura - volume 2
Volti e luoghi della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento