3 - Amore e letteratura

3 Amore e letteratura

La centralità dell’amore Buona parte della produzione di Tasso ruota intorno all’amore. Come vedremo, anche in un poema epico complesso quale la Gerusalemme liberata, accanto al sentimento religioso e al tema cavalleresco l’amore svolge una funzione essenziale sia come sinonimo di perdita di controllo e razionalità, sia come errore peccaminoso e voluttà sensuale in conflitto con il dovere e la coscienza, sia ancora come sofferenza che conduce alla morte.

L’impossibile abbandono al piacere In ogni caso, l’amore non è mai vissuto come passione appagante, soggetto com’è a una fatalità che incombe e proietta sempre una luce sinistra di tragicità e disinganno su ogni vicenda sentimentale. Anche quando Tasso evade verso l’idillio pastorale, come nell’Aminta, il rimpianto prevale sempre sul sereno godimento del piacere senza condizionamenti: un mondo di libertà, dominato dall’amore, esiste, ma solo nel tempo indefinibile di una bella favola. Anche dove, a prima vista, l’autore celebra la forza dell’amore e dell’istinto, si coglie sempre il lamento per il fatto che quella forza è ormai perduta: può essere vagheggiata ma non realizzata, perché oppressa dalle leggi, dalla falsa moralità, dall’ipocrisia della vita cortigiana.

Dove sono finiti gli affetti più schietti? Dove la purezza originaria degli uomini e la felicità dei sensi da assaporare senza indugi a contatto con la natura? Dietro la calda musicalità dei versi e le atmosfere idealizzate delle opere di Tasso si scorge sempre una riflessione sconsolata sul mondo in cui l’autore vive, nell’incerto equilibrio tra la speranza di felicità (possibile solo, non a caso, tra i felici pastori di un’età dell’oro perduta per sempre) e la delusione, fra uno struggente bisogno di autenticità e l’ipocrisia che regola i meccanismi del “vivere civile”.

Letteratura e vita: un legame inestricabile Nonostante la Controriforma esiga la stretta osservanza dei princìpi religiosi, Tasso non rinuncia mai all’espressione della malinconia e dell’insofferenza. La letteratura si configura per lui come il luogo delle proprie tensioni e contraddizioni irrisolte: è grazie alla letteratura che egli tenta di sostituire la realtà, concependo la poesia come un’alternativa al mondo reale e come luogo del supremo riconoscimento di sé. Per questo si può dire che con Tasso venga meno l’idea dell’arte come regno appartato, paradiso astratto e sublime, non toccato dalle iniquità del mondo, tipica della letteratura umanistica. Egli afferma invece una nuova visione della letteratura, nella quale il poeta ha il dovere e insieme la missione di recuperare senso e dignità al proprio ruolo, documentando la molteplicità e le contraddizioni di una realtà storica frammentaria e dilaniata, impossibile da sanare: a costo, come sappiamo, di rimanere solo e veder deluso dappertutto, nel suo lungo ed errabondo supplizio per le corti d’Italia, il desiderio di essere compreso e lasciato libero.

Volti e luoghi della letteratura - volume 1
Volti e luoghi della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento