L’autore

Torquato Tasso

Muoiono le città, muoiono i regni,

copre i fasti e le pompe arena ed erba,

e l’uom d’esser mortal par che si sdegni:

oh nostra mente cupida e superba!

(Gerusalemme liberata, XV, 20)

La tormentata biografia, un’innata irrequietezza, il sentimento della malinconia e dello spaesamento, il difficile rapporto con la corte, infine le ombre minacciose della follia: più che un protagonista della nostra letteratura, Torquato Tasso è stato per molto tempo il simbolo del genio in lotta con il suo tempo, vittima di un mondo e di una società incapaci di comprenderne i sogni e le passioni, i desideri e le aspirazioni. Anche chi sia digiuno di poesia associa al suo nome l’eterno mito del sognatore solitario, schiacciato dai sensi di colpa, perseguitato dal potere e oppresso dal fallimento dei propri ideali.

Almeno in parte, oggi è necessario spogliare la figura di Tasso dell’aura troppo romanzesca in cui nell’Ottocento l’hanno avvolta i Romantici. E tuttavia, la sua opera conserva intatta la propria drammaticità, specchio non solo di un temperamento instabile, ma di un’intera epoca segnata da insanabili contraddizioni.

Volti e luoghi della letteratura - volume 1
Volti e luoghi della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento