I punti di contatto...
Prima di evidenziare le differenze tra i due grandi autori fiorentini, iniziamo a mettere in luce gli elementi condivisi. Innanzitutto, comune è il punto di osservazione da cui prendono le mosse le rispettive riflessioni: la Firenze del periodo successivo alla morte di Lorenzo il Magnifico (scomparso nel 1492), destinata a vivere quasi cinquant’anni di instabilità e lotte intestine. Comuni ancora sono la formazione umanistica e lo studio dei classici, visti come strumenti per capire la natura e le azioni degli uomini.Sul piano dell’elaborazione concettuale vera e propria, entrambi gli autori sono convinti della piena autonomia dell’attività politica, in cui non interferiscono più né la morale né la religione, e considerano la Storia come il frutto delle iniziative umane, quindi come un’opera esclusivamente terrena; entrambi, infine, muovono solo dalla «verità effettuale», senza la tentazione di alterarla con abbellimenti consolatori o ipotesi astratte.