I testi
Temi e motivi dei testi antologizzati
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T4 |
Niccolò Machiavelli al Magnifico Lorenzo de’ Medici Dedica |
• la novità del Principe • l’impegno politico dell’autore e lo studio del passato • la scelta stilistica antiretorica |
T5 |
Di quanti tipi siano i principati e in quali modi si acquistino Capitolo I |
• la distinzione tra repubblica e principato • i vari tipi di principato |
T6 |
I principati nuovi che si acquistano con le armi proprie e la virtù Capitolo VI |
• la necessità di imitare gli esempi del passato • l’immutabilità della natura umana • il rapporto fra virtù e fortuna • l’uso della forza |
T7 |
I principati nuovi che si acquistano con le armi di altri e con la fortuna Capitolo VII |
• la concezione naturalistica • la figura tragica ed esemplare di Cesare Borgia • le fasi della sua azione politica • le ragioni della sconfitta: il peso della fortuna e l’entità delle colpe umane |
T8 |
Quali sono le cose per cui gli uomini e specialmente i principi sono lodati o biasimati Capitolo XV |
• Machiavelli e la coscienza della propria originalità di pensiero • la scelta di considerare la realtà concreta, non la sua immagine ideale • l’indipendenza dell’azione politica dalle leggi della morale |
T9 |
In che modo i principi devono tener fede alla parola data Capitolo XVIII |
•la subordinazione dell’etica alle leggi della politica • le armi del «principe nuovo»: astuzia e forza bruta • la simulazione delle qualità morali a fini politici |
T10 |
Quanto possa la fortuna nelle cose umane e in che modo sia possibile arginarla Capitolo XXV |
• l’incidenza della fortuna e della virtù sulle azioni umane • la necessità di sapersi adattare alle situazioni impreviste • l’invito a far prevalere l’azione sulla cautela |
T11 |
Esortazione a conquistare l’Italia e a liberarla dalle mani dei barbari Capitolo XXVI |
• l’appello a sentimenti e ideali • l’attesa di un liberatore per l’Italia • l’invocazione appassionata e drammatica al «principe nuovo» |
T4
Niccolò Machiavelli al Magnifico Lorenzo de’ Medici
Il Principe, Dedica
Composta alla fine della stesura del trattato, la dedica è rivolta a Lorenzo de’ Medici (1492-1519), figlio di Piero e nipote del più noto Lorenzo il Magnifico, divenuto duca di Urbino nel 1516. L’autore mette a disposizione dei Medici il frutto delle conoscenze acquisite, consapevole della novità del proprio lavoro.
Audiolettura
nicolaus maclavellus magnifico laurentio medici iuniori salutem1
Sogliono2 el più delle volte coloro che desiderano acquistare grazia appresso uno
principe farsegli incontro3 con quelle cose che in fra le loro abbino più care4 o delle
quali vegghino lui più dilettarsi;5 donde si vede molte volte essere loro presentati6
5 cavagli, arme, drappi d’oro, prete7 preziose e simili ornamenti degni della
grandezza di quelli. Desiderando io adunque offerirmi alla vostra Magnificenzia
con qualche testimone8 della servitù9 mia verso di quella,10 non ho trovato, in
tra la mia supellettile,11 cosa quale io abbia più cara o tanto esistimi12 quanto
la cognizione delle azioni delli uomini grandi, imparata da me con una lunga
10 esperienza delle cose moderne e una continua lezione13 delle antiche; le quali
avendo io con gran diligenzia lungamente escogitate ed esaminate,14 e ora in uno
piccolo volume ridotte, mando alla Magnificenzia vostra. E benché io iudichi
questa opera indegna della presenza di quella,15 tamen16 confido assai che per sua
umanità gli debba essere accetta, considerato come da me non gli possa essere
15 fatto maggiore dono che darle facultà17 a potere in brevissimo tempo intendere
tutto quello che io, in tanti anni e con tanti mia disagi e periculi, ho conosciuto e
inteso. La quale opera io non ho ornata né ripiena di clausule ample o di parole
ampullose e magnifiche o di qualunque altro lenocinio e ornamento estrinseco,
18
con e’ quali molti sogliono le loro cose descrivere e ordinare, perché io ho voluto
20 o che veruna cosa la onori o che solamente la varietà della materia e la gravità del
subietto la facci grata.19 Né voglio sia imputata prosunzione20 se uno uomo di
basso e infimo stato ardisce discorrere e regolare e’ governi21 de’ principi; perché
così come coloro che disegnano e’ paesi si pongono bassi nel piano a considerare
la natura de’ monti e de’ luoghi alti e, per considerare quella de’ luoghi bassi, si
25 pongono alto sopra ’ monti, similmente, a conoscere bene la natura de’ populi,
bisogna essere principe, e, a conoscere bene quella de’ principi, conviene essere
populare.22
Pigli adunque vostra Magnificenzia questo piccolo dono con quello animo
che23 io ’l mando; il quale se da quella fia24 diligentemente considerato e letto, vi
30 conoscerà dentro uno estremo mio desiderio che lei pervenga a quella grandezza
che la fortuna e l’altre sua qualità le promettono.
E se vostra Magnificenzia da lo apice della sua altezza qualche volta volgerà
li occhi in questi luoghi bassi, conoscerà quanto io indegnamente sopporti una
grande e continua malignità di fortuna.25
Dentro il TESTO
I contenuti tematici
La lettera dedicatoria si apre con un’orgogliosa affermazione di diversità: Machiavelli intende infatti rivolgersi a Lorenzo de’ Medici non con i vari ornamenti (r. 5) di solito offerti in dono, ma con l’unico patrimonio (supellettile, r. 8) che ha a disposizione, la cognizione delle azioni delli uomini grandi (r. 9).
Tale patrimonio nasce da una laboriosa ricerca durata tanti anni, nei quali l’autore-mittente dichiara di avere intrecciato l’impegno politico personale (la lunga esperienza delle cose moderne, r. 10) e lo studio del passato (la continua lezione delle antiche, r. 10). Dalla fusione di queste esperienze è nato il piccolo volume (r. 12, o l’«opuscolo», come Machiavelli lo ha chiamato nella lettera a Vettori del 10 dicembre 1513, ▶ T1, p. 836), leggendo il quale Lorenzo potrà acquisire gli strumenti di conoscenza necessari per svolgere una missione epocale: fare uscire Firenze e l’Italia dalla crisi in cui sono precipitate.
Le scelte stilistiche
La novità dell’opera è rivendicata da Machiavelli innanzitutto sul piano stilistico, finalizzato non più alla ricerca della piacevolezza retorica, bensì alla riflessione sulla materia (r. 20) e sul subietto (r. 21). Il suo trattato, costato tanti mia disagi e periculi (r. 16), vuole essere il risultato concettuale non delle ampollose elucubrazioni di un funzionario da tavolino, ma di un’esperienza maturata grazie a un personale coinvolgimento fisico e intellettuale.
Verso le COMPETENZE
Comprendere
1 A quale scopo l’autore dedica Il Principe a un illustre esponente dei Medici?
2 Quale stile caratterizzerà, secondo l’intento dichiarato dall’autore, il piccolo volume (r. 12)?
ANALIZZARE
3 Descrivi brevemente la sintassi del brano: prevale la paratassi o l’ipotassi? Con quali mezzi Machiavelli la sviluppa, e perché?
4 Per giustificare la pretesa che un uomo non nobile possa dare consigli a un principe, Machiavelli si serve di una similitudine. Individuala e spiegala.
5 La Dedica presenta affermazioni di malcelato orgoglio e di evidente umiltà: rintraccia esempi dell’uno e dell’altro atteggiamento e riportali in una tabella sul quaderno.
INTERPRETARE
6 Alcune delle questioni presentate da Machiavelli nella lettera dedicatoria compaiono già nell’epistola a Vettori (▶ T1, p. 836). Quali?
COMPETENZE LINGUISTICHE
7 Nella Dedica sono presenti alcuni termini che, dall’epoca di Machiavelli a oggi, hanno cambiato significato. Indica, nella tabella, il significato secondo cui la parola è usata nel testo e quello contemporaneo di uso comune.
Nella Dedica |
Oggi |
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testimone |
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supellettile |
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escogitare |
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clausole |
Produrre
8 Scrivere per argomentare. Pur da repubblicano quale è, Machiavelli non rinuncia alla volontà di collaborare con i Medici. Dopo aver letto la dedica del Principe, come giudichi questa candidatura? Quale ritieni debba essere l’atteggiamento di un uomo libero dinanzi al potere assoluto di un signore, di un dittatore, di un tiranno? Scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe.
Volti e luoghi della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento