TEMI nel TEMPO - La satira: un genere non convenzionale

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La satira: un genere non convenzionale

Per satira, oggi, si intende un’opera letteraria, uno spettacolo, un atteggiamento, un discorso che sottolineino particolari aspetti della civiltà umana con intento critico, deridendo vizi e personaggi pubblici, e disegnandoli attraverso l’arma del ridicolo. Come genere letterario la satira è una composizione non convenzionale, in cui l’atteggiamento morale dello scrittore diventa ironia o derisione.


La parola satira viene dal latino satura, che indicava il piatto di primizie offerte agli dèi. Il significato originario era probabilmente quello di “mescolanza”, “varietà”, e indicava un tipo di composizione che univa stralci di argomenti diversi. Anche se nella letteratura greca è possibile ritrovare diverse opere scritte con intenti satirici, il genere letterario inizia, di fatto, nel II secolo a.C. con Gaio Lucilio, che scrisse 30 libri di satire. Lucilio, Orazio, Persio, Giovenale, Marziale e Petronio sono i modelli degli scrittori satirici delle epoche successive.

La satira moderna

Dopo Ariosto, la satira ha avuto un momento di grande sviluppo nel Seicento: in Italia con il Classicismo (per esempio Gabriello Chiabrera), in Spagna con Francisco de Quevedo, fra gli altri, e in Francia con Nicolas Boileau o con la rielaborazione delle favole di Esopo a opera di Jean de La Fontaine. Nel Settecento il genere, pur fiorente, comincia a perdere i suoi connotati precisi. Possono essere considerati buoni esempi di opere satiriche i componimenti più disparati, dal Giorno di Giuseppe Parini al Candido di Voltaire, a Il nipote di Rameau di Denis Diderot, agli scritti dell’inglese Alexander Pope o di Jonathan Swift, alle commedie del francese Pierre-Augustin de Beaumarchais, alle satire di Vittorio Alfieri.

Nell’Ottocento e nel Novecento

Identificare un genere satirico dall’Ottocento in poi diventa impossibile, anche se uno spirito tra il satirico e il grottesco pervade, per esempio, molte opere di Nikolaj V. Gogol’, le poesie dialettali di Carlo Porta o di Giuseppe Gioacchino Belli, le opere di Laurence Sterne, o nel Novecento le commedie di George Bernard Shaw e certi versi del russo Vladimir V. Majakovskij. Un significativo esempio di romanzo satirico del Novecento può essere considerato La fattoria degli animali di George Orwell (1903-1950), nel quale lo scrittore inglese descrive il modo in cui una rivoluzione – ambientata in una fattoria dove gli animali decidono di ribellarsi e di vivere senza aiuto umano – degenera fino a divenire la parodia di sé stessa: parecchi riferimenti, indiretti ma chiari, riportano alla rivoluzione comunista.

Oggi

Tra i narratori satirici di oggi possiamo ricordare il bolognese Stefano Benni (n. 1947), che con i suoi libri mette alla berlina abitudini sociali, tic e manie degli italiani, attraverso l’invenzione di storie surreali che suscitano il riso con una comicità di intonazione grottesca.

Volti e luoghi della letteratura - volume 1
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