T1 - Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io (Rime)

T1

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

Rime

Il raffinato sogno d’evasione descritto in questo celebre sonetto evidenzia una componente fondamentale dell’esperienza stilnovistica: l’importanza dei legami d’amicizia tra i membri del cenacolo fiorentino.


Metro Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE EDC.

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Audiolettura

           Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

           fossimo presi per incantamento,

           e messi in un vasel ch’ad ogni vento

4        per mare andasse al voler vostro e mio,


            sì che fortuna od altro tempo rio

            non ci potesse dare impedimento,

            anzi, vivendo sempre in un talento,

8         di stare insieme crescesse ’l disio.


           E monna Vanna e monna Lagia poi

           con quella ch’è sul numer de le trenta

11      con noi ponesse il buono incantatore:


           e quivi ragionar sempre d’amore,

           e ciascuna di lor fosse contenta,

14      sì come i’ credo che saremmo noi.

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Indirizzato a Guido Cavalcanti, illustre amico di Dante, il componimento esprime un desiderio di piacevole fuga dalla realtà, verso un mondo incantato, lontano dalle tensioni della vita sociale e dalle concrete preoccupazioni della quotidianità. È il sogno di una pace e di una felicità vagheggiate fuori e lontano dalla Storia.

C’è però nel testo un che di malinconico. È un aspetto che rimane sottotraccia, ma che si percepisce molto chiaramente appena ci si rende conto che la volontà di evadere è, di fatto, irrealizzabile, come testimoniano i modi verbali: un condizionale (vorrei, v. 1), che regge una serie di congiuntivi; il congiuntivo è di norma il modo della possibilità, ma qui esprime un’impossibilità.

 >> pagina 226 

L’amicizia è un sentimento molto presente nell’opera dantesca. Lo ritroveremo, in particolare, nel Purgatorio, che non a caso è stato definito «la cantica dell’amicizia». Ma già nella produzione giovanile Dante affronta questo tema, presentandolo indirettamente come una variante di quello dell’amore, come avviene in questo sonetto in cui si parla di amore in connessione con l’amicizia.

Le scelte stilistiche

Nel sonetto si può rilevare il modello provenzale del plazer* (vocabolo che in quella lingua significava “piacere”, “piacevolezza”), cioè un elenco poetico di cose piacevoli, qui formulato con un lessico semplice e una sintassi lineare, caratteristiche tipiche della dolcezza stilnovistica.

Tuttavia, al di là dell’equilibrio della forma, il testo è pervaso da una precisa dialettica, che si coglie facendo attenzione alla ripartizione dei contenuti tra le due quartine da una parte e le due terzine dall’altra: nei primi otto versi sono al centro dell’attenzione gli amici e la loro unità di intenti; negli ultimi sei, invece, si mette a fuoco la presenza femminile. Il rapporto uomo-donna viene così evidenziato dalla contrapposizione dei due generi sulle due parti del componimento.

Verso le COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Fai la parafrasi del testo.


2 Individua, strofa per strofa, i desideri di Dante.

ANALIZZARE

3 Quale desiderio del poeta contribuisce a dare al sonetto un’atmosfera magica?


4 Per quale motivo Dante non nomina la donna che ha scelto per sé come compagna sul vasel?


5 Quali elementi caratterizzano il rapporto di amicizia fra naviganti?

INTERPRETARE

6 Alla luce di quanto hai studiato, spiega perché questo sonetto è dedicato ai due amici e, in particolare, a Guido Cavalcanti.

COMPETENZE LINGUISTICHE

7 Il termine talento indica, nell’italiano del Trecento, il desiderio. Elenchiamo di seguito una serie di sinonimi di desiderio: quali differenze di significato puoi indicare tra essi? 


voglia brama bisogno cupidigia capriccio sfizio rimpianto

Produrre

8 Scrivere per esporre. Un testo classico sull’amicizia, che Dante certamente conosceva, era il Laelius de amicitia di Cicerone (44 a.C.). Svolgi una breve ricerca su quest’opera latina sintetizzando la particolare concezione ciceroniana dell’amicizia. Confrontala poi con quello che sai della visione dell’amicizia di Dante.


9 Scrivere per raccontare. Un testo classico sull’amicizia, che Dante certamente conosceva, era il Laelius de amicitia di Cicerone (44 a.C.). Svolgi una breve ricerca su quest’opera latina sintetizzando la particolare concezione ciceroniana dell’amicizia. Confrontala poi con quello che sai della visione dell’amicizia di Dante.

Volti e luoghi della letteratura - volume 1
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