L’Indice di Sviluppo Umano
Il PIL pro capite di un Paese non è un indicatore fedele della qualità della vita dei suoi abitanti non solo perché è un valore medio, ma anche perché vi sono molti altri fattori che contribuiscono allo sviluppo umano di una popolazione: il livello medio di istruzione, l’accesso all’acqua, la presenza di servizi pubblici come scuole e ospedali, la disponibilità di medicine, il tasso di disoccupazione ecc.
Per esprimere meglio il grado di benessere della popolazione di un Paese è stato ideato l’Indice di Sviluppo Umano o ISU (o HDI, Human Development Index), che tiene conto del PIL pro capite, della speranza di vita e del livello medio di istruzione, espresso dal numero di anni dedicati alla frequenza scolastica.
L’ISU si esprime in millesimi che vanno da 0 a 1: a un valore più alto corrispondono migliori condizioni di vita.
Secondo il rapporto pubblicato dall’ONU nel 2018, i Paesi con il più alto ISU sono Norvegia (0,953), Australia (0,939) e Svizzera (0,944), mentre quelli con il grado di sviluppo più basso sono Sudan (0,388), Repubblica Centrafricana (0,367) e Niger (0,354). La Cina, pur essendo la seconda potenza economica mondiale, è solo all’86° posto con un ISU di 0,752. I Paesi con un ISU elevato si trovano principalmente in Europa, America Settentrionale, Africa Settentrionale e in alcune regioni dell’Asia e dell’America Latina, mentre l’Africa subsahariana e l’Asia Centro-Meridionale sono le regioni con il maggior numero di Paesi che hanno un ISU basso.