La popolazione

La popolazione

La Terra è oggi un pianeta molto affollato. Nel 2018 i suoi abitanti erano circa 7,5 miliardi. Pensiamo che nel 1800 la popolazione mondiale raggiungeva a malapena il miliardo di abitanti, e che era già raddoppiata nel 1927. Da allora l’aumento è stato continuo, fino a trasformarsi in una crescita inarrestabile che pone difficili sfide per il futuro 1.

Una popolazione tanto numerosa e, almeno per i prossimi decenni, in ulteriore aumento, mette infatti a dura prova le capacità dell’ambiente naturale di garantire le risorse necessarie senza subire danni irreparabili.

Demografia

Una popolazione è l’insieme di tutte le persone che vivono in un determinato luogo. La popolazione mondiale negli ultimi secoli ha subìto profondi cambiamenti nella sua composizione, che hanno avuto e avranno importanti conseguenze sulla nostra vita quotidiana.

La demografia (dal greco demos, “popolazione”, e grafos, “misura” o “descrizione”) è la disciplina che studia questi cambiamenti, detti dinamiche demografiche.

STUDIO CON METODO

Seleziono i dati e completo. Poi descrivo come è cambiata la popolazione mondiale nel tempo.

Popolazione mondiale

  • 1800:                                                                  di abitanti circa.
  • 1927:                                                                  di abitanti circa.
  • 2018:                                                                  di abitanti circa.

Rispondo, per focalizzare.

  • Perché la crescita della popolazione pone delle sfide per il futuro?

Osservo il grafico e individuo le cause della crescita della popolazione mondiale. Poi rispondo.

  • La crescita demografica è stata costante nel tempo?

Indicatori demografici

Le dinamiche di una popolazione (crescita, diminuzione, cambiamento nella composizione) sono espresse dagli indicatori demografici, utili per capire le condizioni di vita di un luogo e prevedere quali servizi pubblici, come scuole e ospedali, saranno necessari in una determinata area nel prossimo futuro. I principali indicatori demografici sono i seguenti.

  • Il tasso di natalità indica il numero di nascite avvenute in una popolazione nel periodo di un anno, e si esprime come il numero di nati ogni 1000 membri della popolazione. Il tasso di natalità della popolazione mondiale nel 2018 è stato di 18,5: sono nati cioè 18,5 bambini ogni 1000 abitanti 2.
  • Il tasso di mortalità indica invece il numero di morti ogni 1000 abitanti, sempre nel periodo di un anno. Il tasso di mortalità della popolazione mondiale nel 2018 è stato pari a 7,8.
  • Il tasso di mortalità infantile indica il numero di bambini che muoiono prima di raggiungere un anno di età, ed è espresso in numero di morti ogni 1000 nati in un anno.
  • Il tasso di fecondità indica il numero medio di figli che una donna dà alla luce nel corso della sua vita. Nel 2018, a livello mondiale, era di 2,42.
  • La speranza di vita indica il numero medio di anni che un individuo può aspettarsi di vivere al momento della nascita. Poiché le donne sono in genere più longeve degli uomini, spesso si distinguono la speranza di vita maschile e quella femminile. Nel mondo la speranza di vita, nel 2018, era di 68 anni per gli uomini e 71 per le donne.
  • Il tasso di crescita di una popolazione, infine, è ricavato sottraendo il tasso di mortalità al tasso di natalità e aggiungendo la differenza dovuta agli immigrati o agli emigrati. Il tasso può essere positivo (la popolazione aumenta) o negativo (diminuisce) ed è generalmente espresso in percentuale. Nel 2018 il tasso di crescita della popolazione mondiale è stato dell’1,06%: la popolazione del mondo è cioè cresciuta in un anno di circa una persona per ogni 100 individui.

I motivi della crescita demografica

La straordinaria crescita della popolazione mondiale, iniziata circa due secoli fa, è ancora in corso: ogni anno gli abitanti del mondo aumentano di circa 80 milioni. Questo perché dall’avvio della Rivoluzione Industriale, i progressi scientifici e tecnologici hanno determinato un generale miglioramento della qualità della vita.

La meccanizzazione dell’agricoltura e l’introduzione dei fertilizzanti chimici hanno incrementato la produttività del settore primario, aumentando la quantità di cibo e migliorandone la qualità.

Allo stesso tempo, la mortalità è notevolmente diminuita. In passato si moriva facilmente per malattie o infezioni oggi curabili grazie ai progressi della medicina. Dunque, rispetto alle epoche precedenti la Rivoluzione Industriale, oggi si muore di meno e si vive più a lungo.

STUDIO CON METODO

Rileggo il testo e sottolineo il significato di:

  • demografia;
  • popolazione;
  • dinamiche demografiche.

Sottolineo le definizioni di ogni indicatore demografico. Poi le memorizzo.


Uso le domande-guida: seleziono sottolineo le informazioni sulla crescita demografica, poi rispondo.

  • Di quanto cresce la popolazione mondiale ogni anno?
  • Quali sono gli eventi che hanno portato a questa crescita demografica?

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Più poveri, più giovani, con più figli

Nei Paesi più poveri del mondo le persone vivono ancora di un’economia di sussistenza, dove le risorse disponibili – in primo luogo il cibo – sono a stento sufficienti per mantenere la popolazione esistente. In queste società si muore relativamente presto, quindi la maggior parte della popolazione è giovane 3. Inoltre, sebbene le donne partoriscano molti figli, l’alta mortalità infantile causata da malattie e denutrizione, mette a rischio di estinzione le famiglie.

In queste società ci sono quindi alti tassi di natalità e fecondità, bassa speranza di vita e alti tassi di mortalità, soprattutto infantile.

Più ricchi, più vecchi, con meno figli

Nei Paesi più ricchi e con economie più avanzate la situazione è completamente diversa. Qui il cibo è abbondante e l’assistenza medica all’avanguardia, perciò le persone vivono più a lungo e pochissimi bambini muoiono per malattie infantili o complicazioni legate al parto. Non è più necessario mettere al mondo tanti figli per mantenere il livello della popolazione. Gli abitanti di questi Paesi hanno pochi figli, in molti casi meno di due a coppia, il che si traduce in una diminuzione della popolazione totale (compensata solo dall’arrivo di immigrati da altri Paesi).

Si può dire quindi che questi Paesi hanno bassi tassi di natalità e fecondità, alta speranza di vita e bassi tassi di mortalità.

Queste società, nonostante godano di un’elevata qualità della vita, hanno il problema che la loro popolazione è mediamente vecchia, il che significa che sono necessarie molte risorse per mantenere gli anziani e garantire loro la pensione e l’assistenza sanitaria. Allo stesso tempo, sono sempre meno i giovani in età lavorativa che possono garantire questi servizi tramite le tasse. L’arrivo di immigrati contribuisce solo in parte a controbilanciare la situazione.

STUDIO CON METODO

Leggo il testo e sottolineo le seguenti informazioni.

  • Quale tipo di economia caratterizza i Paesi poveri e perché la maggior parte della popolazione è giovane.
  • Quali sono le cause dell’alta mortalità infantile nei Paesi poveri.
  • Perché nei Paesi ricchi le persone vivono più a lungo e la popolazione totale diminuisce.

Sottolineo gli indicatori demografici relativi ai Paesi più poveri e ai Paesi più ricchi. Poi organizzo le informazioni in una tabella come quella proposta. Uso la tabella per confrontare e ripetere.



Paesi poveri

Paesi ricchi

tasso di natalità

alto

basso

speranza di vita

   

tasso di mortalità

   
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geoOGGI

IL CONTROLLO DELLE NASCITE IN CINA

Nel 1953 i cinesi erano “solo” 580 milioni, mentre oggi sono oltre 1,3 miliardi. Negli ultimi decenni però la crescita della popolazione è notevolmente diminuita, grazie alle politiche promosse dal Governo per il controllo delle nascite. La più nota è la cosiddetta “politica del figlio unico”, una legge emanata nel 1979 che imponeva alle coppie di avere un solo figlio.

Secondo il Governo cinese, questa legge ha permesso di contenere l’aumento della popolazione di oltre 400 milioni di unità. Visto il ridotto tasso di crescita degli ultimi anni, il Governo nel 2016 l’ha abolita, permettendo a tutti di avere quanti figli desiderano.

Questa norma lascia però uno strascico di problemi, in particolare la forte disparità tra il numero di uomini e di donne. Potendo conoscere in anticipo il sesso del nascituro e dovendo avere un solo figlio, negli scorsi decenni milioni di cinesi hanno deciso di interrompere la gravidanza se aspettavano una bambina; questo perché nella cultura tradizionale cinese i figli maschi sono visti come una risorsa, mentre le femmine sono spesso considerate un peso.

Ancora oggi in Cina nascono 117 maschi per ogni 100 femmine e in tutto il Paese gli uomini sono già 40 milioni in più rispetto alle donne.

Il pericolo della “bomba demografica”

Quando in un Paese povero le condizioni di vita migliorano, per esempio con l’aumento della produzione di cibo o della qualità dell’assistenza medica, i tassi di mortalità diminuiscono e la speranza di vita si allunga; si comincia cioè a morire meno e a vivere più a lungo 4.

I tassi di natalità e fecondità continuano a rimanere alti per diverse generazioni: la tendenza ad avere molti figli risponde infatti all’istinto di autoconservazione della specie, ed è fortemente radicata nella cultura e nella mentalità delle persone. La crescita demografica può portare così la popolazione a moltiplicarsi di molte volte rispetto al numero iniziale. Solo dopo molto tempo, quando i livelli di benessere saranno cresciuti, ci sarà un cambiamento di mentalità che indurrà le coppie ad avere meno figli.

Stanno vivendo questo momento di transizione, registrando il maggior aumento della popolazione, molti Paesi africani e del Medio Oriente, oltre all’India, che è attualmente il secondo Paese più popoloso del mondo dopo la Cina. Al contrario della Cina, però, dove il tasso di crescita della popolazione ha cominciato a diminuire per effetto del controllo delle nascite (Geo Oggi, p. 45), la popolazione indiana continua a crescere e si prevede che raggiungerà 1,7 miliardi di persone entro il 2030.

Per decenni il mondo è vissuto sotto la minaccia della cosiddetta “bomba demografica”, temendo cioè il momento in cui la popolazione avrebbe raggiunto livelli tali da esaurire le risorse del pianeta.

Oggi questa situazione non sembra più inevitabile: le statistiche mostrano che il tasso di crescita della popolazione mondiale ha raggiunto il suo massimo (2,2%) nel 1963, e da allora è in costante diminuzione. Il problema è però prevedere la velocità di questa diminuzione, cioè stabilire se la popolazione mondiale aumenterà fino a provocare una grave carenza di risorse, oppure se si stabilizzerà (o addirittura diminuirà) in tempo per evitare le conseguenze peggiori. Gli studiosi stimano che il mondo avrà una popolazione compresa tra 8,3 e 10,9 miliardi di persone nel 2050, ma ancora non sanno prevedere se dopo quella data aumenterà ancora, si stabilizzerà o diminuirà 5.

STUDIO CON METODO

Rileggo e sottolineo nel testo le informazioni sulla crescita demografica della popolazione mondiale.
  • Che cosa significa l’espressione “bomba demografica”.
  • Come è cambiato il tasso di crescita della popolazione nel tempo.
  • Quanti abitanti avrà il mondo nel 2050.
Rileggo la definizione di tasso di crescita a pagina 43 e spiego perché il fenomeno della “bomba demografica” non è inevitabile.

Geo2030 - volume 3
Geo2030 - volume 3
Il Mondo