Brasile

BRASILE

Il Brasile è il quinto Paese più grande del mondo, con una superficie doppia di quella dell’Unione Europea. Confina a nord con la Guiana Francese, il Suriname, la Guyana e il Venezuela; a nord-ovest con la Colombia; a ovest con il Perú, la Bolivia, il Paraguay e l’Argentina; a sud con l’Uruguay; a est è bagnato dall’Oceano Atlantico.

IL TERRITORIO E IL CLIMA

Nonostante le sue dimensioni, il territorio brasiliano si può suddividere in pochi ambienti tipici.

Il più grande fiume e la più grande foresta

La parte settentrionale del Paese è occupata dal Bassopiano Amazzonico, che prende nome dal Rio delle Amazzoni. Il bassopiano è quasi interamente ricoperto da un’immensa foresta, la Selva, polmone verde dell’intero pianeta. Il Rio delle Amazzoni è il più grande fiume del mondo: a 1000 km dalla foce è già largo 5 km, che diventano un centinaio nell’estuario con cui sfocia nell’Oceano Atlantico.

Il Mato Grosso nell’altopiano centrale

La parte centrale e quella meridionale sono occupate da un articolato altopiano, che da 1000 m di altitudine digrada procedendo verso sud. Si presenta come un tavolato notevolmente eroso, scavato da valli fluviali e movimentato da rilievi che superano i 2000 m.

A seconda delle regioni, l’altopiano appare ora arido, ora erboso, ora coperto dal Mato Grosso, che significa “bosco grande”, nel quale trovano ancora riparo tribù indigene.

La varietà delle coste e il clima caldo

La fascia costiera sull’Atlantico, lungo la quale corre, per tutta la sua lunghezza, un tratto pianeggiante di larghezza variabile, è la regione a più alta densità di popolazione. Nella sezione settentrionale la costa è dritta, bassa e sabbiosa; procedendo verso sud si fa più alta e ancor più abitata.

La distribuzione della popolazione dipende anche dal clima: nelle zone dell’interno e del Nord è infatti molto caldo, anche torrido, mentre a mano a mano che ci si allontana dall’Equatore diventa più mite e con uno scarto netto fra stagione calda e stagione fredda.

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LA STORIA 

1500

Il portoghese Pedro Alvares Cabral scopre il Brasile e lo rivendica a nome della Corona portoghese.


1555

I coloni portoghesi fondano Rio de Janeiro.


1822

Il principe Pedro, figlio del re di Portogallo, dichiara l’indipendenza del Brasile dalla Corona portoghese e si proclama imperatore del Brasile con il nome di Pedro I.


1888

In Brasile viene abolita la schiavitù.


1889

I militari costringono l’imperatore Pedro II ad abdicare e proclamano la repubblica.


1960

Brasília diventa la nuova capitale del Brasile.


1964-1985

Il Brasile è governato da una dittatura militare.


2010-2016

Dilma Rousseff è la prima donna eletta Presidente della Repubblica Brasiliana. È costretta alle dimissioni nel 2016 in seguito ad accuse di corruzione.


2014-2016

Il Brasile è sotto i riflettori mondiali in quanto Paese ospitante dei Campionati Mondiali di Calcio del 2014 e delle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro.


2016

Dilma Rousseff è costretta alle dimissioni in seguito ad accuse di corruzione.

LA POPOLAZIONE

Secondo l’ultimo censimento della popolazione, il Brasile è lo Stato più “bianco” dell’America Andino-amazzonica. Si sono infatti dichiarati bianchi 48 cittadini su 100, contro un 43% di meticci e il 7% di neri. Questi dati potrebbero però non essere del tutto attendibili a causa della politica dello “sbiancamento” (branqueamento) messa in atto dalle autorità brasiliane: di fronte ai vantaggi e alle agevolazioni dati ai bianchi nel lavoro e nella politica, la tendenza della popolazione è infatti quella di sminuire le proprie origini nere o native.

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Ordinamento dello Stato: repubblica federale presidenziale

Il Brasile è una repubblica federale presidenziale composta da 26 Stati, più il distretto della capitale Brasília. Ogni Stato è amministrato da un Governatore, eletto insieme a una propria assemblea legislativa, ma il Governo centrale ha il suo capo nel Presidente, eletto a suffragio universale, con un mandato di quattro anni. Il potere legislativo è esercitato da un Congresso composto da due Camere: Camera dei deputati e Senato.

Dal 1964 al 1985, il potere è stato detenuto da una dittatura militare; con il ritorno alla democrazia, i conservatori hanno governato ininterrottamente fino alle elezioni del 2002, che hanno condotto alla presidenza Luiz Inácio “Lula” da Silva, candidato del Partito dei Lavoratori, confermato al secondo mandato nel 2006.

Nel 2010 è stata eletta alla carica presidenziale Dilma Rousseff, il “braccio destro” di Lula, primo Presidente donna della storia brasiliana. A causa di scandali legati a vicende di corruzione, nel 2016 Dilma Rousseff si è dovuta dimettere; ciò ha provocato forti tensioni sociali tra la popolazione, già esasperata dagli effetti della crisi economica. Dal 2018 al 2023 il presidente è stato Jair Bolsonaro, leader dell’estrema destra; gli è succeduto nuovamente “Lula”, tornato al governo in un clima politico-sociale molto teso (nel gennaio 2023 i sostenitori di Bolsonaro hanno addirittura assaltato la sede del parlamento).

I quartieri poveri delle grandi città

Le più grandi città di tutto l’emisfero meridionale si trovano in Brasile. L’agglomerato urbano che fa capo a São Paulo (San Paolo) conta circa 21 milioni di abitanti. A Rio de Janeiro gli abitanti sono oltre 12 milioni, a Belo Horizonte quasi 6 milioni, e diversi altri centri, fra cui la capitale federale Brasília, contano fra i 3 e i 4 milioni di abitanti.

In molti casi l’arrivo incontrollato nei centri urbani di centinaia di migliaia di persone in miseria e senza lavoro ha portato alla formazione, nelle grandi metropoli, di quartieri poverissimi, chiamati favelas, in cui vivono quasi 12 milioni di brasiliani.

RIO DE JANEIRO

COPACABANA E IPANEMA SONO LE DUE SPIAGGE PIÙ FAMOSE DELLA CITTÀ
9 MILIONI DI OPERE LA BIBLIOTECA NAZIONALE È LA PIÙ GRANDE DELL’AMERICA LATINA
100 km2 TIJUCA È L’UNICA FORESTA AL MONDO ALL’INTERNO DI UNA CITTÀ
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L’ECONOMIA

Dagli anni dello sviluppo alla crisi

Quinto Paese al mondo per popolazione, il Brasile è all’ottavo posto nella graduatoria delle economie più avanzate. Dopo decenni di sottosviluppo, nei primi anni Duemila i cambiamenti politici nel Paese e un nuovo andamento dell’economia mondiale avevano portato a un tasso di crescita superiore alla media e a un complessivo miglioramento dei dati socio-economici della popolazione, che si sono tradotti in migliori condizioni di vita anche per le classi povere. La crisi economica iniziata nel 2008 ha però duramente colpito l’economia brasiliana e rischia di annullare almeno in parte i progressi degli anni precedenti.

La forza dell’agricoltura

Il Brasile è il primo produttore mondiale di caffè, di canna da zucchero e di zucchero raffinato, oltre che di agrumi. Figura al secondo posto per banane, soia e per l’allevamento di bovini, al terzo per il mais, l’allevamento di suini e la produzione complessiva di carne; al quarto per il legname.

Anche le risorse minerarie sono abbondanti e varie, comprese buone quantità di petrolio, manganese, oro e diamanti, oltre a bauxite e minerali di ferro per i quali il Brasile risulta secondo produttore mondiale.

La grande industria e i settori di punta

Il Brasile dispone di grandi industrie di base (siderurgiche, metallurgiche, chimiche) e di industrie alimentari, tessili, automobilistiche, della carta e della gomma. Inoltre, negli ultimi anni ha puntato molto su settori d’eccellenza, come il centro spaziale di São José dos Campos. Vanta una qualificata produzione aeronautica e figura ai primi posti al mondo per la produzione di aerei.

Gli scambi commerciali sono intensi con gli Stati Uniti, l’Europa, la Cina e i vicini Stati aderenti al MERCOSUR (Mercato Comune del Sud).

geoOGGI

  DEFORESTAZIONE E BIOCARBURANTI

La principale causa della deforestazione in Brasile è dovuta alla domanda crescente di terreni da adibire a campi coltivati. Questo aumento è legato all’uso sempre più massiccio di biocarburanti ricavati da piante come la canna da zucchero, la cui produzione richiede spazi sempre più vasti. Le aree più a rischio sono la Selva amazzonica, il Pantanal e il Mato Grosso. La superficie della Selva amazzonica, il “polmone verde” del pianeta, si è ridotta del 17% negli ultimi 50 anni. Nonostante il ritmo della deforestazione sia diminuito, annualmente scompaiono 6000 km2 di foresta.
Abbattere alberi per incrementare la produzione di biocarburanti, che almeno in teoria inquinano meno rispetto ad altri combustibili, non sembra la soluzione per risolvere il problema dell’inquinamento e dell’effetto serra.

Geo2030 - volume 3
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