la motivazione:
“Testimonia il trionfo della democrazia e della libertà sull’oppressione e sul razzismo“
la motivazione:
“Testimonia il trionfo della democrazia e della libertà sull’oppressione e sul razzismo“
Robben Island è un’isola del Sudafrica che sorge a circa 13 km al largo della capitale, Città del Capo. Si tratta di un’isola estesa solo 5 chilometri quadrati, ma di grande importanza storica e simbolica. Infatti tra il XVII secolo, quando ebbe inizio la colonizzazione europea della regione sudafricana, e il XX secolo, fu utilizzata per segregare prigionieri politici, lebbrosi e malati di mente.
Il nome originale olandese Robbeneiland significa “isola delle foche”, in riferimento alla popolazione di otarie che accolse i primi europei sbarcati sull’isola. Furono infatti gli olandesi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali i primi a creare, nel 1652, un insediamento stabile in Sudafrica. In seguito l’Impero britannico conquistò l’intera area, per accaparrarsi l’oro e i diamanti di cui la regione è molto ricca.
Nel XX secolo, durante il periodo dell’apartheid, a Robben Island fu costruito un carcere per i prigionieri politici. Le misure di sicurezza erano estremamente rigide e nessun civile poteva mettere piede sull’isola. Nel corso del tempo i detenuti, spesso costretti a rimanere sull’isola fino alla morte, si organizzarono per alleviare la loro prigionia. Per esempio diedero vita a un vero e proprio campionato di calcio.
Nelson Mandela, simbolo della lotta contro l’apartheid e futuro Presidente del Sudafrica, trascorse nel carcere di Robben Island 20 anni. La sua autobiografia Lungo cammino verso la libertà, pubblicata nel 1994, è frutto delle annotazioni scritte in quel periodo. Strazianti le descrizioni della vita dei prigionieri, segnata dal lavoro massacrante, dalla crudeltà delle guardie e dalla reclusione in minuscole celle (a sinistra, la cella di Mandela).
Geo2030 - volume 3
Il Mondo