Distribuzione non uniforme
Il territorio è popolato in modo assai disomogeneo. Ampie zone sono desertiche o aride, poco adatte all’insediamento umano. La grande maggioranza della popolazione si concentra nell’area meridionale e orientale, soprattutto in Sudafrica.
In tutta la regione sono poche le grandi città, e solo cinque superano, con i sobborghi, i 3 milioni di abitanti: Johannesburg, Città del Capo e Durban, in Sudafrica, Luanda in Angola e Antananarivo (Madagascar). Altre città importanti sono Pretoria e Port Elizabeth (Sudafrica), Harare (Zimbabwe), Lusaka (Zambia), Maputo (Mozambico).
I bantu e le comunità bianche
I bantu sono l’etnia maggioritaria. Si dividono a loro volta in molte comunità come quelle ndebele, shona, xhosa, kikuyu, zulu, herero e tonga.
In Sudafrica vive una cospicua minoranza afrikaner, che discende dai coloni olandesi e britannici insediatisi nella regione molti secoli fa. Tra la Namibia e il Botswana si incontrano popolazioni san e koi-koi (che un tempo erano chiamate rispettivamente boscimani e ottentotti).
Lingue e religioni: l’eredità coloniale
L’eredità coloniale si riflette nelle lingue e nelle religioni della regione. Si parlano infatti l’inglese (diffusamente), il portoghese (Angola e Mozambico), il francese (Madagascar, Comore, Maurizio), il tedesco (Namibia). In Sudafrica si parla l’afrikaans, detto anche “olandese del Capo”. Tra le lingue autoctone prevalgono quelle della famiglia bantu.
Accanto alle religioni tradizionali sono diffuse le confessioni arrivate dall’Europa: il Cattolicesimo, il Protestantesimo e l’Anglicanesimo.