Stato di Palestina

STATO DI PALESTINA

Il territorio e il clima

Lo Stato di Palestina è formato da due territori distinti e non contigui tra loro, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza.

La Cisgiordania confina a est con la Giordania ed è circondata a nord, ovest e sud dallo Stato di Israele. Comprende una parte delle coste del Mar Morto, una parte della valle del fiume Giordano e il territorio montuoso più a est. Il clima è semiarido, ma la fertilità del suolo è assicurata dai corsi d’acqua e dall’irrigazione.

La Striscia di Gaza, che si trova a sud-ovest della Cisgiordania, è invece una piccola porzione di territorio che si affaccia a ovest sul Mar Mediterraneo, confina a nord-est con Israele e a sud-ovest con l’Egitto. Il clima è mediterraneo.

La popolazione

I palestinesi di etnia araba e religione musulmana costituiscono la maggioranza della popolazione. Esiste anche una minoranza (6%) di palestinesi di religione cristiana. In Cisgiordania risiedono inoltre circa 300.000 ebrei israeliani (chiamati “coloni” in Israele), che vi si sono stabiliti dopo l’occupazione israeliana iniziata nel 1967. Il Governo palestinese chiede il loro ritiro e la loro presenza è uno dei nodi irrisolti del processo di pacificazione.

A causa dell’elevato tasso di natalità la popolazione palestinese risulta essere in forte e costante aumento ed è molto “giovane” (l’età media è intorno ai 21 anni). Data la ridotta estensione del territorio, la densità di popolazione è elevatissima, e in particolare raggiunge livelli tra i più alti al mondo (oltre 5000 ab./km2) nella Striscia di Gaza.

Lo Stato palestinese rivendica come capitale Gerusalemme Est, ma le istituzioni palestinesi attualmente hanno sede a Ramallah (27.000 abitanti).

L’economia

La Cisgiordania ha un’economia arretrata basata sulla coltivazione di piante da frutto e l’estrazione di materiali da costruzione. Le poche attività non bastano a garantire il sostentamento della popolazione e molti giovani sono disoccupati o costretti a lavorare, facendo i pendolari, in Israele o in Giordania.

Ancora peggiore la situazione della Striscia di Gaza, dove si praticano la pesca e poche attività artigianali: la sopravvivenza della popolazione dipende qui soprattutto dagli aiuti internazionali.

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LA QUESTIONE PALESTINESE

Fin dall’antichità gruppi di ebrei hanno vissuto nell’area dove si trovava il Regno di Israele. La maggior parte si disperse dopo l’occupazione del Regno da parte dell’Impero romano, un’emigrazione di massa nota come diaspora ebraica.

Tra XIX e XX secolo si sviluppò il sionismo, un movimento che aspirava a creare uno Stato ebraico nel territorio di Israele. Nei primi decenni del XX secolo, sempre più ebrei emigrarono in Palestina, fondando insediamenti e convivendo con i palestinesi, la popolazione araba e musulmana che nel corso dei secoli si era stanziata nell’area.

Nel 1947 l’ONU propose una suddivisione della Palestina in due Stati, uno ebraico e l’altro palestinese, ma il piano fu rifiutato dai palestinesi e dalla Lega degli Stati arabi. Nel 1948 gli ebrei proclamarono la nascita dello Stato di Israele. Scoppiò così una guerra nella quale i vicini Stati arabi intervennero a fianco dei palestinesi. Il conflitto fu vinto dagli israeliani, che stabilirono i confini del nuovo Stato incorporando un territorio più esteso rispetto al piano dell’ONU.

I palestinesi fondarono movimenti per contrastare l’occupazione e creare uno Stato palestinese. Il principale fu l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) che ingaggiò una guerriglia condotta anche con attentati e atti di terrorismo. Nel 1988 l’OLP dichiarò la nascita dello Stato palestinese, riconosciuto dagli Stati arabi ma non da Israele, che da allora ha represso svariate sollevazioni palestinesi, dette intifada (“rivolta”).

In seguito a pressioni internazionali, Israele ha concesso maggiore autonomia ai territori palestinesi.

Geo2030 - volume 3
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