geoSTORIA
L’INTERVENTO DELLA NATO IN SERBIA
Nel 1998 il movimento armato UÇK (Esercito di Liberazione del Kosovo) iniziò una guerriglia per ottenere la secessione dalla Serbia della provincia del Kosovo, la cui popolazione era in maggioranza di etnia albanese.
Il Governo centrale della repubblica federale formata da Serbia e Montenegro, guidato dal Presidente Slobodan Milošević, reagì occupando militarmente il Kosovo e organizzò violente rappresaglie contro la popolazione di etnia albanese.
Oltre 800.000 kosovari cercarono rifugio nei Paesi vicini, soprattutto in Albania (nella foto, kosovari in fuga vicino a Priština).
Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri Paesi accusarono il Governo di Milošević di genocidio contro i kosovari albanesi.
Nel marzo 1999 la NATO, l’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti, intervenne bombardando le forze federali in Kosovo e la città di Belgrado. Nel giugno dello stesso anno l’ONU emanò una risoluzione che metteva il Kosovo sotto l’amministrazione internazionale e autorizzava la NATO a inviare una missione per mantenere la pace.
Il Tribunale Penale Internazionale per l’ex Iugoslavia accusò di crimini di guerra e contro l’umanità il Presidente serbo Milošević, che fu arrestato e poi trasferito all’Aia, nei Paesi Bassi. Il processo iniziò nel 2002, ma fu interrotto alla morte di Milošević nel 2006.