GEOSTORIA - L’INTERVENTO DELLA NATO IN SERBIA

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L’INTERVENTO DELLA NATO IN SERBIA

Nel 1998 il movimento armato UÇK (Esercito di Liberazione del Kosovo) iniziò una guerriglia per ottenere la secessione dalla Serbia della provincia del Kosovo, la cui popolazione era in maggioranza di etnia albanese.

Il Governo centrale della repubblica federale formata da Serbia e Montenegro, guidato dal Presidente Slobodan Milošević, reagì occupando militarmente il Kosovo e organizzò violente rappresaglie contro la popolazione di etnia albanese.

Oltre 800.000 kosovari cercarono rifugio nei Paesi vicini, soprattutto in Albania (nella foto, kosovari in fuga vicino a Priština).

Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri Paesi accusarono il Governo di Milošević di genocidio contro i kosovari albanesi.

Nel marzo 1999 la NATO, l’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti, intervenne bombardando le forze federali in Kosovo e la città di Belgrado. Nel giugno dello stesso anno l’ONU emanò una risoluzione che metteva il Kosovo sotto l’amministrazione internazionale e autorizzava la NATO a inviare una missione per mantenere la pace.

Il Tribunale Penale Internazionale per l’ex Iugoslavia accusò di crimini di guerra e contro l’umanità il Presidente serbo Milošević, che fu arrestato e poi trasferito all’Aia, nei Paesi Bassi. Il processo iniziò nel 2002, ma fu interrotto alla morte di Milošević nel 2006.

L’economia

Dopo la crisi causata dalle guerre e dalle tensioni internazionali seguite alla dissoluzione della Federazione Iugoslava, l’economia serba ha conosciuto un deciso sviluppo, favorito anche dalla prospettiva dell’adesione all’Unione Europea. La crisi economica mondiale del 2008 ha però rallentato la ripresa e solo nell’ultimo periodo l’economia è tornata a crescere.

L’agricoltura ha ancora un ruolo molto importante nell’economia del Paese, tanto per quantità di ricchezza prodotta in rapporto al PIL, quanto per numero di addetti (ben il 22% della popolazione attiva). È praticata principalmente nelle fertili pianure della Vojvodina e produce cereali, barbabietole, canapa, lino e frutta (soprattutto prugne). Diffusi l’allevamento, in particolare suino, e la produzione di legname. Importante l’estrazione di risorse energetiche, specialmente carbone e gas naturale.

L’industria è sviluppata nei settori metallurgico, tessile, meccanico, chimico e petrolchimico.

I servizi sono in rapido sviluppo, soprattutto nel settore commerciale, che negli ultimi anni è tornato ad aprirsi all’estero dopo la fine delle sanzioni economiche internazionali che avevano colpito il Paese in seguito al conflitto in Kosovo. In lenta crescita anche il turismo, che si giova del periodo di stabilità politica di cui il Paese gode da alcuni anni.

Geo2030 - volume 2
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